L’organizzazione sindacale si è rivolta all’autorità giudiziaria per segnalare i presunti illeciti comportamenti di alcune aziende di autolinee che, a seguito della riduzione dei contributi regionali, avrebbero lasciato “a piedi” pendolari e studenti pur di perseguire i propri interessi economici
Intere comunità private del diritto alla mobilità, studenti penalizzati a fine anno scolastico per l’anticipata interruzione del servizio, tratte normali improvvisamente trasformate in “turistiche” con i conseguenti costi aggiuntivi per gli utenti (non necessariamente turisti, ma residenti del luogo) e persino una curiosa “asincronia”, nel Comune di Graniti, tra la corsa di andata e quella di ritorno. E’ quanto denunciato nei giorni scorsi dall’organizzazione sindacale “F.A.S.T. – Confsal” (Federazione Autonoma dei Sindacati dei Trasporti) in un esposto inviato alla Procura della Repubblica di Palermo, alla Commissione Regionale Antimafia, alla Regione Siciliana ed ai sindaci dei Comuni interessati.
Come spiega Ugo Sergio Crisafulli (nel riquadro in foto), delegato della Fast-Confsal, «nell’agosto del 2012, a causa della crisi economica, la Regione Siciliana ha cominciato a ridurre i contributi finanziari destinati alle aziende di autobus affidatarie dei servizi di linea. L’intento ero quello di garantire la sopravvivenza dei servizi essenziali e “sfoltire”, per risparmiare, quelli non considerati tali.
«Sta di fatto che i criteri individuati dal dottor Vincenzo Falgares, funzionario del Dipartimento Infrastrutture e Mobilità ed approvati dal Governo regionale, continuano a non essere osservati da alcune note e “potenti” aziende siciliane di trasporto pubblico.
«In pratica, sono state previste delle possibilità di riduzione dei servizi sulla base di certi parametri, ma ad oggi non è mai stato effettuato alcun controllo sulle modalità di tali riduzioni effettuate da certe aziende che hanno, ad esempio, “spostato” i loro “chilometri” in più lucrosi percorsi ricadenti in aree territoriali ad alto tasso turistico, lasciando isolati Comuni periferici, nonostante le più che comprensibili proteste dei rispettivi sindaci.
«Oggi, dunque, ci troviamo davanti ad un disagio causato a tante comunità, ai nostri colleghi lavoratori delle piccole imprese ed all’A.S.T. (Azienda Siciliana Trasporti), che svolge prevalentemente un servizio sociale (con agevolazioni per gli anziani e presenze nei piccoli centri) e che ha subito anch’essa una riduzione della contribuzione economica regionale.
«Su tale riorganizzazione dei servizi richiesta dal Governo regionale, e che prevede ulteriori “tagli” a partire dal prossimo autunno, chiediamo che le autorità competenti, cui ci siamo rivolti, indaghino passando a setaccio le situazioni delle varie aziende di trasporto pubblico operanti in Sicilia affinché possa essere ripristinata la legalità a beneficio dei pendolari, degli studenti, di tutti i cittadini aventi il sacrosanto diritto alla mobilità e degli operatori del settore».
Tra i servizi di autolinea non in regola individuati dal sindacato Fast-Confsal ed elencati nella sua circostanziata denuncia risultano, nei nostri territori, anche il Taormina-Catania Aeroporto, il Riposto-Catania, il Giarratana-Vizzini-Catania, il Raddusa-Catania, il Naso-Catania ed il Tortorici-Catania.
Rodolfo Amodeo