Dissesto idrogeologico: 35 mln di euro ai Comuni della Provincia ma i progetti esecutivi sono pochi -
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Dissesto idrogeologico: 35 mln di euro ai Comuni della Provincia ma i progetti esecutivi sono pochi

Dissesto idrogeologico: 35 mln di euro ai Comuni della Provincia ma i progetti esecutivi sono pochi

Su 20 progetti rifinanziati solo sei esecutivi e più della metà allo stadio preliminare

«Sono più di 35 milioni di euro i fondi con cui la Regione Siciliana ha recuperato e riprogrammato le risorse del Patto per il Sud contro il dissesto idrogeologico nei Comuni della provincia di Catania. Ma su 20 progetti rifinanziati, solo sei sono esecutivi e ben 11 allo stadio preliminare. Per non perdere i finanziamenti, difendere il territorio creare occupazione, chiediamo al neo sindaco Pogliese e all’assessore regionale Falcone di creare una task force, anche con l’ausilio della Città metropolitana, per coordinare con la propria area tecnica i procedimenti di quei Comuni che hanno carenze di personale tecnico e si sono bloccati nella progettazione».

È l’appello che la Cisl di Catania, con le sue federazione della Funzione pubblica e della Filca Edili, fa al neo sindaco di Catania e della Città metropolitana, dopo la deliberazione n. 200 del 15 maggio 2018 fatta dalla giunta Regionale Siciliana contro il rischio frane e alluvioni e per la messa in sicurezza delle infrastrutture su tutto il territorio isolano. Per il solo ambito catanese ci sono 35,44 milioni di euro disponibili.

«La Regione, con l’assessore Falcone – dicono i segretari generali Maurizio Attanasio (Cisl Catania), Armando Coco (Cisl Fp) e Nunzio Turrisi (Filca Cisl) – ha fatto bene a riprogrammare i finanziamenti del Patto per il Sud. Ma a Catania manca ancora qualcosa perché i fondi possano essere spesi. Più della metà dei progetti contro il dissesto idrogeologico è allo stadio preliminare e solo sei i progetti esecutivi. Temiamo che alcuni Comuni, assegnatari di ingenti finanziamenti, per la carenza di personale tecnico non presentino i piani esecutivi. Il rischio concreto è che i finanziamenti tornino indietro, che il territorio rimanga vulnerabile e indifeso irrimediabilmente e che si perda ancora una volta occasione per rilanciare occupazione e sviluppo».

Nel Catanese, per la messa in sicurezza delle infrastrutture, ci sono 12,5 milioni di euro; contro il rischio alluvioni, 16,4; contro il rischio frane, 6,3 milioni. Tra i rifinanziamenti più cospicui i 5,2 milioni per la sistemazione idraulica tra S. Giovanni e Aci Platani ad Acireale; 3,35 milioni per il centro storico di Caltagirone e 3 milioni per il consolidamento di Piano Piraino a Calatabiano.

«Abbiamo avviato da tempo il confronto con i Comuni per verificare lo stato di attuazione delle opere rifinanziate – continuano – e incalzarli per definire i progetti e dare esecutività ai lavori. Ci siamo accorti che le difficoltà ad andare avanti sono dovute spesso a organici insufficienti e all’impossibilità di conferire incarichi esterni a causa della crisi economica in cui versano. Ad esempio, il solo Comune di Acireale ha ben quattro progetti per 11 milioni di euro ma tutti fermi allo stadio preliminare. E poi ci sono centri più piccoli come Maniace, Randazzo e Santa Venerina che, pur avendo progetti esecutivi, non sono riusciti ad avviarli».

Secondo Attanasio, Coco e Turrisi «alla Città metropolitana, nella sua funzione di ente di area vasta, compete l’intervento nel determinare gli indirizzi generali di assetto strutturale del territorio. Essa già potrebbe, previo accordo con i sindaci dei comuni interessati, assumere il ruolo di coordinare la progettualità di cui parliamo, sia attraverso l’impiego delle numerose professionalità interne, come architetti, ingegneri, geologi e geometri, sia attraverso la stipula di convenzioni tra i Comuni e l’ente sovra comunale stesso».

«Chiediamo al sindaco Pogliese – concludono – di assumere, di concerto con l’assessore regionale Falcone, la regia e il coordinamento di tutte le azioni necessarie per definire i percorsi progettuali. La Cisl ha già programmato un confronto con tutti gli attori del territorio per concertare una strategia che porti la pubblica amministrazione a farsi volano concreto di salvaguardia del territorio e di rilancio dell’occupazione».

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