Per i tanti utenti etnei del servizio pubblico di mobilità è un’autentica “odissea” recarsi al lavoro o alla volta degli istituti scolastici. Ma Gaetano Tafuri, presidente dell’Azienda Siciliana Trasporti, assicura che tali problemi saranno presto risolti attraverso l’acquisto di nuovi autobus
Per tanti, lavorare o studiare costituiscono delle “fatiche” quotidiane. Ma spesso è ancor più “faticoso” raggiungere i relativi luoghi (uffici, scuole, ecc.). Lo sanno bene i tanti pendolari (studenti, impiegati, ecc.) che nella nostra regione utilizzano ogni giorno i mezzi di trasporto pubblici dell’Azienda Siciliana Trasporti (A.S.T.), causa di disagi e stress di vario tipo.
In queste settimane, in particolare, si registrano le lamentele dei cittadini di tanti Comuni etnei, come Valverde e Trecastagni, che per raggiungere le mete di studio o di lavoro a Catania e ad Acireale sono costretti ad affrontare un autentico “calvario” quotidiano, fatto di ritardi (a volte per percorrere poche decine di chilometri si impiegano due ore), corse che saltano ed autobus stipati sino all’inverosimile, con numerosi passeggeri costretti a viaggiare all’impiedi.
Tutto ciò finisce con lo stravolgere la vita di intere famiglie in quanto i genitori, per non far arrivare in ritardo a scuola i loro figli, devono tralasciare i loro impegni personali e lavorativi per accompagnarli in auto.
«Eppure – fa giustamente notare la mamma di una studentessa sedicenne che frequenta a Catania il Liceo Musicale – paghiamo circa cinquecento euro all’anno di abbonamento per far viaggiare i nostri figli con l’autobus… ».
Adesso, per tentare di porre rimedio a tale incresciosa situazione, le Amministrazioni Comunali interessate intendono promuovere delle iniziative di protesta nei confronti dell’Ast, tra cui un sit-in che dovrebbe tenersi nei prossimi giorni dinnanzi alla sede catanese dell’azienda regionale di trasporti, che da un paio di mesi è guidata dal nuovo presidente Gaetano Tafuri, noto avvocato di Catania, già commissario governativo della Ferrovia Circumetnea, cui ci siamo rivolti per conoscere le cause di tali disservizi e sapere se e quando si potrà tornare alla “normalità”.
«Chiedo “sommessamente” scusa – ha esordito il presidente Tafuri (nel riquadro sulla foto di un pullman dell’Ast) –, ma si sappia che alla guida dell’Ast mi sono insediato nell’appena trascorso mese di agosto. Adesso bisogna concedermi il tempo per risolvere tali problemi, che non sono certo di oggi bensì ereditati dal passato e che riguardano l’intera Sicilia e non solo i paesi etnei. A causare questi disservizi è, in pratica, la carenza di autobus: spesso qualcuno di essi si guasta, e per essere riparato rimane in officina diversi giorni. I già pochi mezzi a nostra disposizione, quindi, diminuiscono ulteriormente. Altri mezzi, inoltre, abbiamo dovuto metterli obbligatoriamente da parte perché, sulla base delle normative dell’Unione Europea sulla sicurezza e sull’inquinamento ambientale, non sono più nelle condizioni di circolare. Con questa triste realtà hanno dovuto fare i conti anche le gestioni dell’Ast precedenti alla mia, ma è evidente che più passa il tempo e più il nostro parco di autobus è destinato ad “invecchiare”, ed adesso, sotto l’attuale gestione, se ne avvertono le più sgradevoli conseguenze. In ogni caso non stiamo rimanendo con le mani in mano, ma stiamo tentando di risolvere tali problemi quanto prima possibile. Stiamo infatti procedendo all’acquisto di una trentina di mezzi nuovi e di altri usati, ma ancora in ottime condizioni. Bisogna dunque darci il tempo di espletare le relative procedure burocratico-amministrative (gare pubbliche, rapporti con la Consip, trattative private, ecc.) dopodiché i nostri utenti non dovrebbero più subire alcun disagio».
Rodolfo Amodeo