Alfio Fabio Micalizzi, presidente regionale dell’organizzazione a difesa dei consumatori, ha inviato a diverse autorità nazionali e locali una richiesta d’intervento urgente per affrontare tale emergenza, riservandosi di trasferire la questione nelle aule giudiziarie. «Non è possibile – dichiara – che i nostri figli debbano ammalarsi stando in classe, quando la normativa vigente richiede una temperatura tra i 18 ed i 22 gradi»
Stando alle previsioni meteo, le temperature fredde di questo rigido inverno 2019 potrebbero prolungarsi sino al mese di aprile, ma le scuole della penisola, ed in particolare quelle del Meridione d’Italia, si stanno trovando impreparate ad affrontare tale emergenza climatica.
Così il sindacalista catanese Alfio Fabio Micalizzi (nel riquadro in foto), nella sua qualità di presidente regionale per la Sicilia dell’associazione nazionale dei consumatori “Consitalia”, ha preso carta e penna ed ha inviato una richiesta d’intervento urgente al riguardo a tutta una serie di autorità, ed in particolare al Ministro della Pubblica Istruzione, al Ministro della Salute, al Prefetto di Catania, al Presidente della Regione Siciliana, al Commissario Straordinario della Città Metropolitana di Catania, al Sindaco del capoluogo etneo e, per conoscenza, al Questore.
«Ma qualora questa richiesta non dovesse ottenere riscontri concreti – avverte Micalizzi – farà seguito un dettagliato esposto-denuncia cautelativo presso la Procura della Repubblica di Catania e di altre città al fine di individuare eventuali responsabilità civili, penali, amministrative e politiche nella gestione delle risorse pubbliche. Ci riserviamo, pertanto, di affidare incarico allo Studio Legale dell’ Avv. Francesco Silluzio al fine di valutare tutti i possibili reati e danni che potrebbero emergere dal mancato riscaldamento nei luoghi di studio e di lavoro».
Il presidente regionale di Consitalia entra quindi più in dettaglio nel merito della questione.
«Ci stanno giungendo numerose segnalazioni – spiega Alfio Fabio Micalizzi – riguardanti l'”emergenza freddo” all’interno delle scuole pubbliche, spesso prive di termosifoni, stufe ed impianti di riscaldamento a norma. Dai genitori apprendiamo quindi che ai loro figli tocca stare in classe indossando cappotti, giubbotti, sciarpe e cappelli, e che molti di loro si sono già “beccati” raffreddori ed altre patologie causate dal freddo. Tanto per rimanere a Catania (ma il problema riguarda un po’ tutta Italia), tali disagi si registrano, ad esempio, all’Istituto Comprensivo “G. Parini”, che è una delle scuole pubbliche più importanti della provincia etnea. Non osiamo immaginare, dunque, la situazione delle scuole di periferia e dei paesi. A parere dell’organizzazione scrivente, dal sottoscritto rappresentata, esistono gravi violazioni di legge in quanto, soprattutto nei luoghi pubblici, la salute e la sicurezza dei cittadini vanno tutelate. Il Decreto Legislativo n.81/08, in particolare, fissa la temperatura all’interno degli edifici scolastici durante i mesi invernali, che deve essere compresa tra i 18 ed i 22 gradi».
Rodolfo Amodeo