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Giarre, scritte omofobe contro l’associazione culturale Gru

Giarre, scritte omofobe contro l’associazione culturale Gru

Sembrano moltiplicarsi a Giarre gli episodi di intolleranza. L’ultimo della serie sarebbe di natura omofoba e ha per vittima uno dei membri del Gru, Gruppo di resistenza umana, associazione che ha sede in via Sartori, accanto al Duomo, e in cui sono confluiti, da anni, soci dell’Arci, dell’ex centro polifunzionale giovanile di Santa Maria la Strada e di altre realtà che si riconoscono nella lotta di liberazione contro il nazifascismo.

Venerdì scorso, il Gru ospitava uno spettacolo teatrale che ha riscosso ampio successo. Nel contempo, qualcuno, ha imbrattato con la scritta “Gru Gay” la macchia di un membro che non era presente all’evento. Auto peraltro parcheggiata sotto casa, aspetto più inquietante.

L’associazione ha quindi deciso di denunciare l’accaduto sulla propria pagina facebook: «Al netto dell’atto inquietante per chi l’ha subito e della squallida provocazione alla nostra associazione – vi si legge – rispediamo al mittente la sola idea che associare i termini GAY e GRU possa essere anche solo considerato un insulto».

Marco Messina, presidente dell’associazione, spiega che sinora Gru non aveva subito atti di intolleranza, solo una piccola svastica era stata trovata accanto alla sede, ma è parsa una sciocchezza.

Su facebook l’episodio ha suscitato indignazione e numerosi sono stati gli attestati di solidarietà.

Per tutta risposta ieri sera, domenica, l’associazione ha organizzato una festa improvvisata, con la visione del film Milk, che narra la storia del primo gay dichiarato ad essere eletto ad una carica politica negli Stati Uniti. La serata è proseguita con tanta musica e colori, per rispondere con l’allegria all’intolleranza.

«Gru è frequentato da tante persone – dice Marco Messina – non ci interessa l’orientamento sessuale». A portare solidarietà ieri c’erano anche membri del circolo “Mistero Buffo” di Acireale e dell’associazione politico culturale “Articolo uno” di Giarre.

Dicevamo del ripetersi di atti di intolleranza. Ne ricordiamo due, nei mesi scorsi, in piazza Carmine, era stato vandalizzato il presepe del rifugiato, allestito dall’Ufficio diocesano per la pastorale dei migranti. E come giudicare l’accensione anticipata ad opera di ignoti del ceppo natalizio? Gesto che ha scioccato la comunità. La violenza verbale, la frustrazione e l’odio in rete dai social si sta spostando sulla strada?

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