Si è tenuto questa mattina un sit-in di protesta dinnanzi all’attuale sede del municipio della cittadina etnea, che ha fatto seguito all’eclatante abbandono della seduta consiliare di qualche settimana fa. «Anziché programmare seriamente lo sviluppo turistico del territorio – si legge in una nota a margine della manifestazione odierna – la nostra Amministrazione Comunale vuole introdurre… l’imposta di soggiorno!»
Lo scorso 20 marzo un centinaio di operatori economici di Linguaglossa abbandonavano in segno di protesta i lavori della seduta straordinaria ed aperta del Consiglio Comunale tenutasi in quella data nella cittadina etnea. Questo perché da parte dell’Amministrazione Comunale non era venuta alcuna indicazione certa in merito alla programmazione economica locale ed ai termini di affidamento della gestione della strada di accesso ai crateri.
Questa mattina una quarantina di quegli operatori economici, indossando i famosi gilet gialli assurti a simbolo delle recenti proteste popolari francesi, sono scesi in piazza per tenere un sit-in dinnanzi alla sede momentanea del municipio linguaglossese (in quella ufficiale sono attualmente in corso dei lavori).
“Linguaglossa soffre: basta provvisorietà!” è stato il “grido-slogan” della manifestazione di protesta, che ha voluto essere l’iniziativa d’esordio del costituendo “Comitato Spontaneo degli Operatori Economici di Linguaglossa”, i cui rappresentanti, al termine del sit-in, hanno diramato una nota scritta per spiegare le ragioni del loro malessere.
«A distanza di poco più di una settimana da quel Consiglio Comunale di cui abbiamo abbandonato l’aula per esprimere il nostro dissenso – scrivono gli operatori economici del centro pedemontano etneo – ci viene propinata un’ulteriore “beffa”. All’ordine del giorno dell’odierna ed urgente seduta consiliare figura infatti l’introduzione a Linguaglossa… dell’imposta di soggiorno! L’Amministrazione Comunale, evidentemente, non capisce che nel nostro paese la ricettività è in grande difficoltà per la mancanza di certezze nei servizi e si spinge addirittura a mettere altre tasse per i turisti. Ci chiediamo se si tratti di un ulteriore segno della sconoscenza dello stato di salute dell’economia turistica del territorio oppure di una ritorsione per il malcontento che gli operatori economici abbiamo manifestato a conclusione del precedente Consiglio Comunale».
Rodolfo Amodeo