Accorato appello congiunto delle organizzazioni sindacali siciliane affinché chi di competenza, a cominciare dalla classe politica regionale, si impegni a tentare di risolvere i problemi dell’azienda che garantisce la mobilità in diversi Comuni del versante orientale della provincia di Messina e che sta subendo disagi ed ingiuste penalizzazioni a seguito delle vicende giudiziarie di un socio privato di minoranza
Le sigle sindacali regionali che si occupano di trasporti hanno trascorso le recenti festività pasquali “al capezzale” di un’azienda che rischia di dover mandare a casa i suoi diciotto dipendenti per motivi comunque estranei a problematiche di natura economico-finanziaria.
Il caso riguarda la “Jonica Trasporti & Turismo S.p.A.”, fondata nel 1999, che ha sino ad oggi garantito il trasporto extraurbano a mezzo bus in provincia di Messina. Tale azienda è controllata al 51% da “A.S.T. S.p.A.” (Azienda Siciliana Trasporti), ma la vicenda giudiziaria che riguarda un socio privato di minoranza ne sta mettendo in ginocchio l’attività.
Da qui la nota congiunta diramata nelle appena trascorse ore dalle organizzazioni Filt CGIL, Fit CISL, UIL Trasporti, FAISA Cisal, OR.S.A., UGL e FAST Confsal per tentare di convincere chi di competenza a porre rimedio ad una situazione che non fa presagire nulla di buono.
«Sono a rischio – scrivono i rispettivi rappresentanti sindacali regionali delle suddette sigle Garufi, D’Amico, Giordano, Sturiale, Burgio, Sciotto e Lo Schiavo – sia un importante servizio pubblico per diversi Comuni del versante jonico messinese e sia diciotto posti di lavoro. Tutto ciò per le note vicende giudiziarie che vedono coinvolto un socio privato di minoranza (l’imprenditore ed ex capo di “Confindustria Sicilia” Antonello Montante, ndr) e che dovrebbero invece restare confinate entro l’inchiesta della magistratura, senza intaccare la stabilità economica dell’azienda ed il futuro dei lavoratori.
«Sta di fatto che, come ha ammesso la stessa Azienda incontrando, lo scorso 19 aprile, le Organizzazioni Sindacali, siamo di fronte ad una “precaria e gravissima condizione societaria”. Ai dipendenti, infatti, vengono pagati solo acconti sugli stipendi dovuti. L’Azienda, inoltre, subisce ritardi nel rilascio del certificato antimafia e, di conseguenza, è alquanto incerta l’erogazione dei corrispettivi regionali e l’accesso ai finanziamenti per l’acquisto di nuovi bus; ciò fa anche rischiare la revoca della concessione delle linee, che scade a dicembre. Si tratta di complicazioni derivanti dall’inchiesta giudiziaria ove compare il nome di un socio di minoranza, ma che non ha nulla a che vedere con un servizio che funzionava alla perfezione.
«Intanto il socio di maggioranza “AST S.p.A.” aveva espresso la volontà di procedere alla dismissione della partecipazione nella “Jonica Trasporti & Turismo” indicendo, lo scorso 22 gennaio, un’asta pubblica per la cessione della quota pari al 51% del capitale sociale. Ma quell’asta è andata deserta.
«Per quanto ci riguarda, il fronte sindacale agirà compatto per la tutela dei livelli occupazionali, ritenendo che vicende estranee al ciclo produttivo non debbano ricadere sui lavoratori. Poiché le procedure obbligatorie di conciliazione e raffreddamento della vertenza si sono concluse con esito negativo, la fasi successive si terranno alla presenza di S.E. il Prefetto di Messina.
«Invochiamo, nel frattempo, l’attivazione di tavoli istituzionali capaci di individuare soluzioni credibili che non possono prescindere dal coinvolgimento della politica regionale, che non può assumere il ruolo di spettatore passivo. Il Presidente della Regione Siciliana ed il suo assessore competente hanno dunque il dovere di intervenire prima che sia troppo tardi».
Rodolfo Amodeo