E’ stato presentato da dodici cittadini per tentare di “salvare” il pregevole plesso di Via Napoli, ritenuto dall’Amministrazione Comunale a rischio sismico. L’atto è stato inviato alle istituzioni locali, al Prefetto, ai Dipartimenti Provinciale e Nazionale della Protezione Civile ed alla Procura regionale della Corte dei Conti. Il sindaco Enzo Pulizzi, intanto, ha richiesto al Miur dei prefabbricati in cui poter ospitare gli scolari, attualmente costretti a “convivere” con gli studenti delle Medie
Un esposto, inviato a diverse autorità locali, provinciali, regionali e nazionali, per dire “no” alla demolizione e ricostruzione dell’edificio della scuola elementare di Francavilla di Sicilia (nella foto principale), chiuso tre mesi fa dal sindaco Enzo Pulizzi perché ritenuto “a rischio sismico”. E’ stato firmato da dodici cittadini del centro dell’Alcantara dopo aver preso parte all’incontro, promosso nei giorni scorsi dal locale rappresentante di Legambiente Franco Camardi, per tentare di riportare in tempi brevi alla normalità la situazione della popolazione scolastica francavillese.
Il documento è stato inviato al sindaco Pulizzi, agli assessori ed ai consiglieri comunali, al Prefetto di Messina, ai Dipartimenti della Protezione Civile di Messina e di Roma ed alla Procura regionale della Corte dei Conti.
In tale esposto si chiede in particolare che il primo cittadino di Francavilla non continui più a fidarsi “ciecamente” dello studio di vulnerabilità sismica commissionato nei mesi scorsi ad un professionista privato del vicino Comune etneo di Linguaglossa, ma affidi un altro studio di questo tipo a tecnici terzi e qualificati che confermino che la struttura muraria del plesso scolastico di Via Napoli non è a tal punto irrecuperabile da comportare la demolizione dell’immobile, peraltro ritenuto di pregio.
Secondo i dodici firmatari dell’esposto, dunque, tutto si potrebbe risolvere con qualche intervento di adeguamento e non con la drastica demolizione e la conseguente ricostruzione, che richiederebbero tempi alquanto lunghi e costi ingenti, da affrontare questi ultimi attraverso l’improbabile intercettazione di un finanziamento pubblico dell’importo pari a cinque milioni di euro.
I firmatari sottolineano altresì che il trasferimento degli alunni della scuola elementare nel plesso delle scuole medie di Piazza Pirandello non è stata una soluzione felice, visto che proprio quel rischio all’esposizione sismica che si è voluto scongiurare chiudendo l’edificio di Via Napoli adesso, a causa del sovraffollamento delle aule, si ripropone nell’edificio ospitante insieme ad altre problematiche ancora (vie di fuga limitate, spazi angusti che non consentono una didattica adeguata, ecc.) in quanto gli interventi di adeguamento strutturale effettuati nelle scorse settimane per poter accogliere gli scolari della primaria si sarebbero rivelati non abbastanza idonei.
Inoltre i firmatari non escludono che nella spinosa vicenda possano sussistere eventuali responsabilità per danno erariale (ossia l’effettuazione di spese immotivate) e, pertanto, hanno indirizzato l’esposto anche alla Procura regionale della Corte dei Conti affinché quest’ultima disponga i relativi accertamenti.
L’agognata riapertura del plesso delle scuole elementari di Via Napoli è ovviamente da escludere nell’anno scolastico in corso, ormai giunto alle ultime battute. Non resta dunque che sperare che si possa “tornare alla normalità” a partire dal prossimo mese di settembre, ossia con l’inizio del nuovo anno scolastico 2019-2020.
In ogni caso, qualora si dovessero profilare tempi ancora lunghi, il primo cittadino francavillese Enzo Pulizzi ha dichiarato di avere al riguardo il suo “asso nella manica”, ossia quattro prefabbricati da collocare nello spiazzo antistante al liceo scientifico e nei quali ospitare gli alunni (soluzione questa adottata anche per altre scolaresche d’Italia al verificarsi di calamità naturali). A concedere tali strutture è il Ministero dell’Istruzione (Miur), cui il sindaco Pulizzi ha avanzato un’apposita richiesta.
Rodolfo Amodeo