La società di autolinee, che sino ad oggi ha garantito la mobilità in una vasta area della provincia di Messina, potrebbe cessare tra un mese la propria attività. Al di là delle note vicende giudiziarie del suo socio di minoranza Antonello Montante, si tratterebbe di una scelta obbligata dovuta a motivi economici. Intanto le organizzazioni sindacali di settore si mobilitano per tentare di salvaguardare i suoi diciotto dipendenti
La temuta cessazione dell’attività della società “Jonica Trasporti & Turismo”, che sino ad oggi ha garantito il trasporto extraurbano a mezzo bus in provincia di Messina nonché diciotto posti di lavoro, sarebbe ormai alle porte. Per la sua definitiva chiusura, dopo una lenta agonia fatta di ritardi nelle retribuzioni dei dipendenti e mancati finanziamenti da parte della Regione Siciliana, è stato disposto il termine di un mese.
Tutto farebbe pensare ad un collegamento con la vicenda giudiziaria del socio di minoranza Antonello Montante, ex leader di Confindustria Sicilia, condannato nei giorni scorsi in primo grado a quattordici anni di reclusione per associazione a delinquere e corruzione. Attraverso una sua società, infatti, Montante detiene il 49% della “Jonica Trasporti & Turismo”, mentre la quota di maggioranza del 51% fa capo all’A.S.T. (Azienda Siciliana Trasporti), attualmente guidata dal presidente Gaetano Tafuri (nel riquadro sulla foto principale). Ma è proprio quest’ultimo a smentire il presunto nesso di consequenzialità tra la recente condanna del socio di minoranza e la chiusura della “Jonica”.
«L’operazione – spiega Tafuri – rientra in una più complessiva operazione di risanamento dell’Ast attraverso il taglio di alcuni “rami secchi” tra le partecipate. E la “Jonica Trasporti & Turismo”, purtroppo, registra da quasi un decennio perdite tra i trecentomila euro ed i cinquecentomila euro. Da aggiungere che il socio di minoranza privato ha in corso un concordato preventivo e che la Prefettura non rilascia il certificato antimafia. Siamo quindi in presenza di una società che, tranne qualche breve periodo, ha sempre prodotto debiti, coperti “in silenzio” dalla Regione Siciliana, che invece avrebbe dovuto occuparsi del caso molto prima. Nei mesi scorsi abbiamo pure provato a vendere la società, ma il relativo bando è andato deserto. A questo punto l’unica soluzione, anche per garantire i diciotto posti di lavoro della “Jonica Trasporti”, è quella di acquisire la quota nominale del socio privato di minoranza, che ormai vale appena settantamila euro, ma occorre che l’Assemblea Regionale Siciliana approvi una legge apposita».
Intanto, sulla vicenda della “Jonica Trasporti & Turismo” le sigle sindacali regionali che si occupano dei trasporti in Sicilia hanno richiesto un’audizione presso la IV Commissione Legislativa dell’Ars, che si occupa per l’appunto di trasporti e mobilità.
Come si legge in una nota diramata nelle appena trascorse ore dalle segreterie regionali di Filt Cigl, Fit Cisl, Uil Trasporti, Ugl Fna, Faisa Cisal, Fast Confsal ed Orsa Tpl, «la nostra istanza alla IV Commissione è finalizzata a poter meglio comprendere quali iniziative si intendano promuovere a salvaguardia del futuro della Societa’ “Jonica Trasporti & Turismo” e dei suoi livelli occupazionali, tenuto conto che, dopo la riunione dell’Assemblea dei Soci del 9 Maggio scorso, vi è il rischio concreto che l’azienda in questione venga posta in liquidazione a scapito sia della mobilità del comprensorio jonico messinese e sia di diciotto persone che rimarranno senza lavoro. Come già si è sottolineato nelle scorse settimane, torniamo a ribadire che gli errori degli altri (il socio di minoranza Montante e quei politici che lo avrebbero “lasciato fare”, ndr) non possano e non debbano ricadere su degli incolpevoli lavoratori, sulle loro famiglie e sul sistema socioeconomico della nostra già martoriata terra».
Rodolfo Amodeo