E’ stato inaugurato, ieri pomeriggio, il primo museo del Castello di Calatabiano, un progetto che attendeva di vedere la luce da diversi anni.
Presenti al taglio del nastro: il sindaco di Calatabiano, Giuseppe Intelisano; il Vescovo della diocesi di Acireale, mons. Antonino Raspanti; gli assessori al turismo e alla cultura, Lidia Miano e Vincenzo Ponturo; l’amministratore unico della società Castello di Calatabiano, Giusy Bosco; il parroco della chiesa Maria SS. Annunziata, Salvatore Sinitò, e numerosi visitatori.
Lo spazio espositivo, allestito nei locali adiacenti alla stazione di partenza dell’ascensore panoramico, vanta una ventina di reperti archeologici di epoca greca, romana e bizantina, ritrovati dalla Soprintendenza durante le campagne di scavi condotte tra il 1999 ed il 2009 e restaurati grazie ai proventi dei biglietti di ingresso al castello.
Dopo l’inaugurazione, alla presenza delle autorità locali e dei fedeli, mons. Antonino Raspanti ha presieduto la celebrazione eucaristica nella Cappella Palatina del castello, all’interno della quale è stato ritrovato e restaurato l’affresco del Cristo pantocratore tipico dell’arte bizantina e che nel progetto iniziale doveva ospitare il polo museale.
“Poiché durante il restauro sono stati trovati parecchi reperti archeologici di varia epoca, tra l’altro disputati dagli stessi studiosi e quindi ancora da approfondire e studiare – dichiara il vescovo di Acireale, Mons. Antonino Raspanti – lentamente stiamo creando nuovi spazi per poterne mettere molti altri a disposizione del pubblico, oltre a quelli già esposti. Vorre, inoltre, fare un appello affinché gli studiosi approfondiscano con più precisione le diverse stratificazioni”.
“Il castello di Calatabiano – aggiunge il sindaco, Giuseppe Intelisano – rappresenta già un attrattiva sotto il profilo turistico. La presenza di un polo museale sarà un motivo in più affinché i turisti visitino il nostro territorio che vanta un importante sito archelogico. Sono felice che dopo tanti anni finalmente i reperti abbiano una loro collocazione espositiva e mi auguro che tanti altri vengano riportati a Calatabiano, dove sono stati ritrovati”.
“La nostra idea – afferma l’amministratore unico della società Castello di Calatabiano, Giusy Bosco – è quella di realizzare un museo aperto, con accesso anche agli artisti contemporanei, che possono così dialogare con questi reperti archeologici. Il museo non deve essere statico e guardare solo al passato, ma è un dialogo con la modernità”.