La “nonnina”, ospite della casa-famiglia “Santa Maria delle Grazie”, fu vittima, nove anni fa, della tragica rapina nell’abitazione in cui viveva con la sorella Rosaria, che perse la vita durante l’azione criminosa
Grande festa, ieri sera, presso la casa-famiglia “Santa Maria delle Grazie” di Francavilla di Sicilia. La signorina Vincenza Abate, ospite da tre anni e mezzo dell’accogliente struttura, ha infatti tagliato l’ambito traguardo del secolo di vita.
L’anziana francavillese è purtroppo balzata agli onori delle cronache nove anni fa in quanto lei e la sorella Rosaria, allora ottantottenne, furono vittime di una rapina nella loro abitazione, perpetrata da quattro giovani e conclusasi tragicamente. In quella notte tra il 21 ed il 22 dicembre 2010 i malviventi, oggi in carcere, legarono al letto ed imbavagliarono le due donne per portare via un bottino di circa seimila euro. Vincenza riuscì a sopravvivere alla paura ed alla violenza, mentre Rosaria non ce la fece.
La grande festa di ieri in onore dei cento anni della signorina Abate non potrà sicuramente compensare quella immane tragedia, ma è stata pur sempre una sincera manifestazione d’affetto nei suoi confronti da parte dei familiari, dei tanti concittadini, del personale della casa-famiglia francavillese e dell’Amministrazione Comunale, con in testa il sindaco Enzo Pulizzi: sono stati oltre in cento, nell’elegante immobile in stile Liberty della centralissima Piazza Sperlinga, a stringersi attorno alla vegliarda regalandole, oltre alla classica torta, baci, carezze, sorrisi ed allegri momenti all’insegna di musica, balli e tanto divertimento. Per celebrare degnamente l’evento sono state anche realizzate centoventi bomboniere, andate letteralmente a ruba.
Nel corso della sua vita Vincenza Abate ha lavorato nel comparto della lavorazione delle arance, un tempo alquanto fiorente nel Comune dell’Alcantara. Gli uomini provvedevano a raccogliere gli agrumi nelle campagne per poi portarli nei cosiddetti “magazzini” (allora Francavilla ne contava ben quindici) dove le donne, come la Abate, provvedevano a spazzolarli, lavarli, incerarli ed incartarli prima di essere immessi nei mercati. Ma la “nonnina” francavillese era anche molto abile nell’arte dell’uncinetto.
Rodolfo Amodeo