Un ripostese nominato commendatore dal Presidente della Repubblica. Per una volta il "fare del bene" fa rumore -
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Un ripostese nominato commendatore dal Presidente della Repubblica. Per una volta il “fare del bene” fa rumore

Un ripostese nominato commendatore dal Presidente della Repubblica. Per una volta il “fare del bene” fa rumore

Da 30 anni, dopo la scomparsa del figlio, è impegnato per diffondere la cultura della donazione degli organi. Adesso questo impegno è stato riconosciuto anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che tra ha conferito l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana a Giuseppe Distefano, 70 anni, ripostese, pensionato, già dirigente scolastico in istituti superiori, “Per la sua dedizione e il suo encomiabile impegno nella divulgazione e promozione della cultura del dono degli organi”.

Di Stefano, 30 anni fa, a seguito di un incidente stradale, ha perso il figlio di 15 anni, Luigi. Insieme alla moglie acconsentirono all’espianto degli organi. Da allora si è impegnato nell’Associazione italiana per la donazione di organi (Aido). «C’è una parte d’Italia che sta in silenzio e che è pulita – dice – nelle cronache vengono fuori il malaffare e pensiamo che sia tutto marcio. Invece, c’è gran parte del popolo italiano che fa del bene. E queste attenzioni del presidente della Repubblica aiutano a dare questa speranza. Personalmente quello che facevo prima lo continuerò a fare».

La motivazione. «La sensibilità – racconta – l’ho sviluppata perché purtroppo ho perso un figlio, abbiamo donato gli organi e lì è scattata la molla. Se non avessi perso mio figlio forse non mi sarei interessato a questo tema. Questa sensibilità è scaturita da un profondo dolore e questa onorificenza è un sigillo su un percorso di civiltà. Per noi che facciamo queste cose sul serio la gratificazione sta in quello che fai. La nostra è una semina continua, quando senti che c’è una donazione significa che quello che fai è proficuo».

Distefano è stato, per due mandati, presidente regionale dell’Aido. Attualmente tutte le sezioni locali dell’associazione sono chiuse e Distefano è uno dei tre volontari incaricati per riprendere l’attività nel territorio. «A Riposto – dice – mi occuperò della ricostituzione del gruppo “Franco Costarelli” che avevo fondato. Un secondo gruppo sarà aperto a Paternò e un terzo a Catania. Dopo la ricostituzione di questi tre gruppi sarà ripristinata la sezione provinciale».

 

Distefano è anche referente regionale per il premio regionale “Nicholas Green”. La Regione, subito la morte del piccolo Nicholas Green, ha emanato la legge n.15/95 che istituisce la giornata regionale della donazione degli organi (forse unica regione ad avere fatto una legge simile) e il premio Nicolas Green.

Ma come vanno le donazioni degli organi in Sicilia?  «Storicamente – spiega Distefano – tutto il meridione e la Sicilia in particolare sono agli ultimi posti nella donazione degli organi. Tuttavia, quando ho diretto l’Aido regionale mi sono molto impegnato per scoprire il perché. Con l’allora assessore regionale alla sanità Russo ho lavorato molto bene. Abbiamo sollecitato alcuni reparti di rianimazione, abbiamo contribuito a sensibilizzare, hanno cominciato ad apparire i primi numeri e dagli ultimi posti la Sicilia ha raggiunto la media nazionale. Un altro picco regionale si è raggiunto anche nel 2017 e io non ero presidente. Adesso siamo di nuovo ultimi. Quando ci sono questi picchi significa che la macchina (il volontariato, la politica, la sanità) funziona, dobbiamo fare in modo che funzioni sempre. Siamo generosi allo stesso modo dei piemontesi o degli umbri, solo che in quelle zone l’organizzazione si mantiene bene sempre».

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