E adesso l’ex presidente del consiglio Raffaele Musumeci mette le mani in tasca di sindaco e assessori, denunciando un nuovo potenziale danno erariale derivante dalla “mancata riduzione del 30% delle indennità destinate per gli amministratori”, chiamando in causa l’attale presidente del Consiglio Francesco Longo che con propria nota del marzo 2018 rappresentava la necessità – in ossequio all’originario atto approvato dal Consiglio comunale, nel 2014, recepito durante la sindacatura Bonaccorsi – “di ripristinare a partire da luglio 2017 la riduzione del 30% delle indennità agli amministratori e l’urgente avvio del procedimento di recupero di quanto illegittimamente erogato a favore degli amministratori comunali a partire da luglio 2017”.
Musumeci ritenendo pienamente condivisibili le eccezioni rilevate dal presidente del Consiglio Longo, chiede alla Regione il motivo per cui nessuna iniziativa di recupero sia stata adottata.
Il presidente Longo sulla vicenda non nasconde il proprio imbarazzo a fronte di una delle tante inspiegabili vicende politiche giarresi intrise di sciatteria amministrativa.
Vicenda come quella della stessa presunta Gettonopoli dove il sindaco anziché tifare perché si faccia chiarezza, sembra quasi, infastidito dagli articoli che si sono susseguiti dando luce al presunto caso adesso sotto i riflettori di una azione ispettiva della Regione che, invero, è apparsa poco determinata con il tempo che trascorre inesorabilmente senza che si giunga ad una precisa presa di posizione.
L’unica al momento, oltre al recapito di 37 avvisi di avvio delle verifiche di eventuali somme indebitamente liquidate, sembra essere la richiesta di ulteriore tempo. Già altro tempo. Nel frattempo la città sembra essere caduta nel profondo torpore. Con i maldestri tentativi del sindaco di edulcorare la verità attraverso video messaggi e foto postate sui social.
Approfittando di quei tanti giarresi che, purtroppo, sembrano convivere con l’inciviltà quotidiana. Apaticamente. Come nella migliore tradizione.