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Giardini Naxos, quale futuro?

Giardini Naxos, quale futuro?

Le elezioni svoltesi nelle prime giornate del mese di dicembre hanno evidenziato la nascita di un’era nuova e segnato il tramonto dell’era Bossiana, in casa Lega. Le primarie tenute nel Partito Democratico, che hanno visto il trionfo del “rottamatore “ Matteo Renzi e la messa in soffitta del periodo D’Alema-Bersani, hanno posto in risalto che il passato è stato definitivamente archiviato ed il futuro dovrà avere una diversa, fattiva e democratica svolta. Nuovi volti, che portano il nome di Matteo Salvini e Matteo Renzi, sono spuntati pronti a dirigere la nuova politica. Le nuove forze nate dalle ultime elezioni e dal disgregarsi del partito di Berlusconi, Renzi, Alfano, Salvini, hanno cambiato il concetto storico di fare politica.

I classici, vecchi limiti e le delimitazioni che rinchiudevano i tradizionali partiti, entro specifici e invalicabili confini, si sono allargati. È nata una nuova destra, più vicina ai lavoratori; una diversa sinistra e un nuovo centro sono apparsi. I vecchi schemi degli antichi schieramenti sono mutati. Oggi, il bianco si è colorato di rosso, il nero si è sbiadito ed il rosso ha virato al rosa. Questi cambiamenti non sono solamente sfumature cromatiche, ma profondi segni di un cambiamento che deve avvenire e che non può più attendere e, quindi, non può più essere procrastinato.

La crisi che ha investito il mondo intero ha messo in risalto che solamente le nazioni con più elevata tecnologia, le industrie con le migliori idee innovative, che producano a costi minori e gli uomini più professionalmente preparati, riescono ad emergere e affermarsi vincendo la competitività feroce che la globalizzazione impone. In un mondo che diventa sempre più piccolo e la concorrenza più spietata, solo chi riesce a produrre di più, meglio e con costi più bassi, sopravvive. Ecco perché occorre essere preparati, pronti a vincere le sfide che i mercati presentano. È necessario migliorarsi e rendere meno costoso il lavoro.

Quanto succede in campo nazionale dimostra che anche nei centri minori, Regioni e Comuni, le indicazioni e le sollecitazioni che vengono dall’alto debbono essere recepite e messe in atto. Sindaci, assessori, Consiglieri regionali e comunali debbono essere scelti fra coloro i quali hanno dimestichezza con i principi che governano l’economia di un paese. Occorrono persone preparate, svincolate da interessi di parte , disposte a spendersi per il bene della collettività. È finita l’era degli improvvisatori, di coloro i quali ricoprono cariche senza averne i titoli e le competenze. Non c’è più posto per incompetenti, parolai e faciloni. La Res Publica deve essere diretta ed amministrata da persone che si riconoscano in un stesso credo politico e siano animati da un afflato di comprensione e coesione, che vinca le divergenze soggettive e operi in funzione del bene della Polis.

È necessario che chi sederà, prossimamente, a Palazzo dei Naxioti sia in grado di rispondere alle nuove domande che il territorio pone e dare risposte esaurienti, pronte e positive ai bisogni emergenti. Fino ad oggi, abbiamo avuto un Consiglio litigioso, frammentato e perennemente in sofferenza. Grande sofferenza, quella del capogruppo di maggioranza, quando, nelle sedute del 20 e del 21 dicembre scorsi, ha cercato di alleggerire le responsabilità di quei consiglieri che avevano votato contro i deliberata della maggioranza. Grande sofferenza quella della minoranza che si frantuma ad ogni votazione. Grandissima sofferenza quando si perdono oltre due ore su una proposta che non era proponibile. Ripescare un punto che era stato discusso e non approvato con l’artificio di un emendamento. A nessuno è venuto in mente che “emendare”, in italiano significa “correggere migliorando”. Ma non si può migliorare qualcosa che non esiste. Bisognava solamente riproporre il punto, dopo averlo concordato.

Non è accettabile che in un Civico consesso si faccia balenare l’ipotesi che il Consiglio può essere sciolto se il bilancio non viene approvato. Questa spada di Damocle è un attentato alla democrazia. Tutti i Consiglieri debbono sapere quanto il Regolamento prescrive e quindi debbono avere coscienza dei loro atti. Un bilancio imposto è sintomo di attaccamento alla poltrona ed una mortificazione del volere popolare.

Quindi, a Giardini Naxos, necessita la nascita di una nuova classe dirigente, giovane, preparata, coesa, impegnata. Solo con idee nuove, moderne, avanzate, si può vincere la crisi economica che oggi ci affama e ci impoverisce. Le capacità produttive del paese debbono essere analizzate e tutte le iniziative capaci di produrre e mantenere lavoro debbono essere messe in atto. Solo così Giardini Naxos potrà sopravvivere ed avere un futuro.

Francesco Bottari

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