Subito rinviata di un’ora la seduta di Consiglio comunale convocata per stamane alle 11 avente per oggetto l’approvazione dell’ormai famigerato bilancio riequilibrato.

L’assise non ha avuto inizio perché l’aula è praticamente deserta (foto sopra). A mancare principalmente alcuni rappresentanti del gruppo consiliare a sostegno del sindaco D’Anna, tra cui Di Prima, la Caltabiano e Camarda.

La seduta aggiornata poi alle 12 è ripartita in un clima  di grande tensione. Preliminarmente un emendamento presentato dalla Commissione Bilancio e che prevedeva l’istituzione di un capitolo (15 mila euro annui) per finanziare la mensa sociale riservata a nuclei familiari svantaggiati, è stato bocciato dopo che i revisori, presenti in aula, hanno preannunciato l’irricevibilità dell’emendamento in sede di bilancio riequilibrato e che, semmai, poteva essere votato come semplice atto di indirizzo.

Francesco Cardillo, poi, contrariamente alle asserzioni del sindaco dal quale, per la prima volta, ha platealmente preso le distanze, ha condiviso la richiesta avanzata dal collegio ovvero la redazione del Documento Unico di Programmazione che l’amministrazione non ha fornito, sollevando non poche polemiche e dando vita ad uno stucchevole scontro istituzionale, così come rimarcato dallo stesso Cardillo.

Punto centrale del confronto il parere condizionato dei revisori in calce alla relazione di oltre 50 pagine come il numero dei giorni necessari per la stesura della relazione. I revisori incalzati dai consiglieri, hanno ammesso che il loro parere non sarebbe obbligatorio, benchè vi siano posizioni giuridiche che si prestano a diverse interpretazioni. Il sindaco e qualche consigliere hanno gongolato.

Tuttavia oggi è apparso troppo rischioso andare al voto per via delle tante defezioni interne. Il consiglio, protrattosi fino alle prime ore del pomeriggio, alla fine è stato aggiornato a lunedì prossimo alle 18.

Frattanto, secondo voci di corridoio, pare che per sbloccare questo situazione di stallo il sindaco stia nominando un assessore (il quinto) e il maggiore indiziato a ricoprire il ruolo è appunto Massimo Di Prima, il principale “malpancista” all’interno della compagine del sindaco.