Un massiccio raduno ecclesiastico maturato dopo due giorni di forte apprensione. L’acquazzone abbattutosi a Giarre la settimana scorsa aveva infatti innescato malumori tra gli organizzatori dell’evento “Love Revolution” a fronte dei danni da esso provocati. In particolare, le infiltrazioni piovane, responsabili dell’inefficienza dei listelli del parquet del “Palagiarre”, avevano fatto scattare l’allarme inducendo la Diocesi di Acireale a paventare il rischio che la manifestazione, dopo tanti preparativi, conoscesse uno stop. Tuttavia, la tempestività degli interventi posti in essere dalla “Lion Construction”, ha sventato il pericolo che l’avvenimento denominato “Love Revolution” fosse interessato da una sospensione. Una presenza di pubblico che superava le 1500 unità, ha affollato gli spalti della tensostruttura di via Almirante compartecipando allo svolgimento di un evento che ha catalizzato l’attenzione dei media soprattutto a seguito dell’arrivo in Sicilia dell’urna di San Domenico Savio.
A conferire un’impronta di sacralità al fenomeno sociale, aggregativo e religioso chiamato “Love Revolution”, è stata infatti soprattutto la collettiva condivisione dei sussulti emotivi derivanti dall’esposizione dell’urna di San Domenico Savio. Il coinvolgimento della figura del Santo nell’organizzazione di “Love Revolution” era stato non a caso pianificato con l’obiettivo di consentire ai giovani di individuare nel percorso di vita seguito da San Domenico, un modello di quotidianità cui ispirarsi. Come Don Bosco aveva indicato a Domenico la ricetta per meritarsi la santità, allo stesso modo San Domenico Savio, con i suoi esempi di vita immortalati dalla storia, sembra continuare a rappresentare ancora una guida per i giovani. Ammantare di allegrìa le proprie giornate, ottemperare ai doveri di studente, estrinsecare uno spirito di costante dedizione alla preghiera e praticare il bene, furono i suggerimenti che Don Bosco dispensò al giovane che aspirava a diventare Santo. Pertanto a sua volta il giovane Domenico, attraverso le parole di quanti ne hanno seguito i precetti e di coloro i quali sabato scorso hanno sviscerato i contenuti della sua esistenza attraverso un “musical”, sembra proseguire nell’opera tesa a lasciare un’impronta tangibile negli animi dei giovani desiderosi di conferire stabilità alla propria vita.
Le” performance” dei giovani attori della Diocesi di Acireale, i quali hanno interpretato presonaggi ascrivibili al vissuto di San Domenico, hanno riscosso un plebiscito di consensi tra il pubblico, affascinato dalla vita di un giovane proclamato santo nel 1954 da papa Pio XII e morto per assistere una serie di soggetti vittime di un’epidemia di colera. Dalla sua biografia infatti si apprende che Don Bosco avesse radunato quarantotto giovani affinchè soccorressero degli ammalati di colera. Tra i soccorritori prescelti vi era Domenico, il quale, a seguito del contatto con gli ammalati contrasse la malattia, per poi morire nel 1857 non ancora quindicenne. Posto ciò, pur di ricalcare quell’allegrìa contagiosa che San Domenico Savio era capace di esprimere nella quotidianità, i diversi personaggi succedutisi sul palco si sono adoperati introiettando perfettamente quello di spirito di fratellanza che San Domenico riusciva ad esprimere. La conseguenza di ciò infatti si è sostanziata nel plauso che sia Mario Gullo, direttore del servizio diocesano per la pastorale giovanile, che il vescovo Antonino Raspanti, hanno tributato ai soggetti esibitisi. Le spiccate doti di animatore de “l’artista dei Papi” Gigi Cotichella hanno deliziato la platea, così come Ernesto Olivero, fondatore del Serming (ovvero l’arsenale della pace di Torino) ha incantato il pubblico ricordando che la generazione odierna è chiamata a costruire un percorso improntato alla definizione di un’umanità che anteponga il dialogo al conflitto. Infine, suor Cristina Alfano, cantante lirica e docente di liturgia e vocalità, ha ammaliato i presenti intonando canti attraverso i quali ha cercato di comprovare la validità del progetto approntato. Essa infatti è la promotrice del progetto “Frammenti di luce” che si propone di evangelizzare le masse attraverso l’uso di mezzi artistico-musicali che includono anche la danza. Ecco la dichiarazione del direttore del servizio diocesano per la pastorale giovanile Mario Gullo a distanza di quasi una setttimana da un evento che ha riscosso successo “Ci premeva rispolverare la vita di un Santo distintosi per la sua devozione sia all’Immacolata Concezione che a due sacramenti basilari come la Penitenza e l’Eucarestia. Grazie a “Love revolution” abbiamo vissuto una forte esperienza di fede e di comunione, mentre grazie alla presenza dell’urna di San Domenico Savio in Diocesi è stato possibile riscoprire e interiorizzare il cammino di santità e i messaggi improntati alla santità che il Vangelo ci indica”.