Pareggio a reti bianche tra Catania e Modena che si annullano a vicenda. Un tempo per parte e pochissime occasioni da rete nel corso del match. Al Catania manca un penalty (Acosty su Calaiò), il Modena maledice la traversa a otto minuti dal termine. Curioso siparietto al 76’ quando il direttore di gara Di Paolo di Avezzano allontana dal campo i due tecnici, rei di non aver rispettato il limite delle proprie aree tecniche (foto sopra)
L’appuntamento con i primi tre punti stagionali è slittato. A data da destinarsi, quando il Catania sarà completamente ristabilito. La cura Sannino funziona per metà, ma non poteva essere altrimenti dopo appena poche ore di allenamento dirette a Torre del Grifo. Maggiore aggressività e regolamentazione tattica rispetto alla breve esperienza Pellegrino, ma poche e confuse idee. Che non possono esclusivamente essere affidate agli educati piedi di Rosina ma devono essere figlie di un’idea di collettivo, equilibrato e propositivo. Il fatto nuovo, positivo, è la porta inviolata. Un passo avanti rispetto le precedenti uscite stagionali, motivo di orgoglio per un allenatore – Sannino – che cura con maniacale attenzione la fase difensiva. Tra appena tre giorni sarà di nuovo campionato, a Crotone, vittorioso oggi a Bologna per mezzo delle reti del camerunense Beleck e del nigeriano Oduamadi.
Il tabellino di: CATANIA-MODENA 0-0
CATANIA (4-3-3): 26 Anania; 2 Peruzzi, 23 Gyomber, 3 Spolli, 18 Monzon; 10 Rosina, 20 Chrapek (57′ Capuano), 6 Martinho; 11 Leto (53′ Marcelinho), 9 Calaiò, 19 Castro (82′ Çani). A disposizione: 12 Ficara, 15 Sauro, 28 Parisi, 8 Escalante, 27 Jankovic,13 Garufi. All. Sannino
MODENA (4-4-2): 12 Pinsoglio; 13 Gozzi, 6 Marzorati, 14 Cionek, 27 Manfrin (69′ Rubin); 7 Acosty (83′ Beltrame), 20 Salifu, 3 Schiavone, 8 Nizzetto; 32 Granoche, 10 Luppi (46′ Nardini). A disposizione: 1 Manfredini, 2 Calapai, 5 Osuji, 24 Marsura, 11 Gatto. All. Novellino
ARBITRO: Di Paolo
AMMONITI: Gozzi, Manfrin, Cionek, Salifu, Acosty, Martinho, Signori, Rosina
ESPULSI: 76′ Sannino (allenatore Catania), Novellino (allenatore Modena) per non aver rispettato i limiti dell’area tecnica
Chi si aspettava rivoluzioni tattiche e schemi da calcio totale, ci sarà rimasto pure male. Francamente, c’era davvero troppo poco tempo per gli stravolgimenti. E forse ne occorrerà ancora un po’ per sovvertire la tendenza di una stagione nata malissimo. Metti in conto anche la posta in palio troppo elevata per giocare a fare gli esperimenti ed una infermeria (sempre) troppo piena. Anania è gioco-forza tra i legni (Terracciano e Frison entrambi out) ed il centrocampo è tutto da inventare, considerate le indisponibilità di Calello, Rianudo ed Almiron. In campo, dunque, il miglior Catania possibile, incluso Leto, promosso a titolare nonostante le intemperanze di una settimana addietro.
Il primo tempo è di chiara marca etnea, con l’undici rossoazzurro che mantiene il pallino del gioco, senza però riuscire a trovare la giocata vincente a ridosso dell’area di rigore avversaria. Così, un possesso palla di quasi 16 minuti di gioco ed una supremazia territoriale doppia rispetto al Modena, servono solo a bruciare improduttivamente energie che potevano e dovevano invece essere razionalizzate durante i novanta di gioco. Grande aggressività, raddoppi e una corretta applicazione della fase difensiva. Tutto come richiesto dal neo tecnico Sannino, che in settimana aveva dichiarato che l’importante, nel calcio, è non prenderle. Vero, ma bisogna anche metterla dentro. Ed il Catania di oggi proprio non voleva sentirne, nonostante le 36 palle giocate in zona area avversaria ed una percentuale di attacco alla porta del 48%.
I secondi quarantacinque minuti di gioco si giocano da entrambe le parti a ritmi bassi, complice il gran caldo e la forte umidità relativa. Tra le due compagini a beneficiarne è il Modena, che prende coraggio ed avanza sensibilmente il proprio baricentro, migliorando nel fraseggio e costringendo gli etnei per lunghi tratti nella propria metà campo. C’è la mano di quel volpone di Walter Novellino, che da calciatore chiuse la propria carriera a Catania (16 presenze, stagione 1986/87) e da allenatore si diverte a collezionare promozioni dalla cadetteria alla Serie A. Il tecnico modenese richiama in panchina l’attaccante Luppi per il centrocampista Nardini, promuovendo Acosty – fino ad allora defilato lungo la corsia sinistra – punta centrale al fianco di Granoche. Stesso sistema di gioco (4-4-2) ma con equilibri diversi, che finiscono per mettere in difficoltà i rossoazzurri e per poco non fanno dell’esordio di Sannino (400esima panchina tra i professionisti) una caporetto, quando lo stesso Acosty coglie la traversa ad otto dal termine.
Il Catania esce dal campo tra i fischi assordanti dei propri tifosi, meritati per metà. Perché davvero crediamo che i rossoazzurri di oggi non sarebbero stati in grado di esprimere un calcio migliore.
Carlo Copani