Psicosi da Coronavirus: a Francavilla di Sicilia il pullman degli "untori"? -
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Psicosi da Coronavirus: a Francavilla di Sicilia il pullman degli “untori”?

Psicosi da Coronavirus: a Francavilla di Sicilia il pullman degli “untori”?

Il titolare di una nota struttura ricettiva del Comune dell’Alcantara smentisce categoricamente la diceria secondo la quale nel suo hotel sarebbe in arrivo una comitiva di quaranta persone affette da “Covid-19”, da mettere immediatamente in isolamento nelle stanze dell’albergo

E’ doveroso aver “paura” dei contagi da Covid-19 e seguire scrupolosamente tutte le misure e le restrizioni che la pandemia in atto impone per fare in modo di contenere il più possibile la diffusione del pericolosissimo virus e poter quanto prima tornare tutti ad una situazione di normalità. Decisamente da evitare è, invece, la psicosi, scientificamente considerata come una vera e propria malattia che produce immotivatamente apprensione e timore. Ne sa qualcosa un imprenditore di Francavilla di Sicilia, che nel Comune dell’Alcantara è titolare e gestore di una nota struttura alberghiera, in questi giorni al centro di voci “malevoli”.

L’operatore turistico francavillese ha quindi ritenuto opportuno rivolgersi alla nostra testata giornalistica per sgombrare il campo da certe fastidiose dicerie che non trovano alcun riscontro nella realtà.

«Non so come – esordisce l’albergatore visibilmente amareggiato – ma a Francavilla e nei paesi limitrofi si è sparsa la voce che nel mio hotel starebbe per arrivare un pullman di quaranta persone affette da Coronavirus, e che quindi dovrebbero trascorrere nelle nostre stanze il periodo di isolamento in quarantena. Tutto ciò ha creato non poca apprensione, persino tra i pubblici amministratori locali, qualcuno dei quali, comprensibilmente allarmato, mi ha personalmente contattato per sincerarsi se la notizia fosse vera o meno.

«Ebbene: niente di più infondato! Il mio albergo, così come tutti gli altri esistenti in Italia, anche in questo particolare periodo è autorizzato a rimanere aperto, ma non sta ospitando nessuno né è in attesa di ospiti nelle prossime settimane. Attualmente abbiamo completamente sospeso l’attività di ristorazione e garantiamo solo il servizio di consegna delle pizze a domicilio.

«Non capisco, pertanto, da dove vengano fuori certe gratuite dicerie prive di qualsivoglia fondatezza e che fanno tanto male a chi le deve subire. I tempi che stiamo vivendo sono già di per sé tristi e difficili per tutti, ed in particolare per la nostra categoria che non sa quale futuro la attenda, visto che nella gente di tutto il pianeta, anche una volta sconfitto questo virus, rimarrà non si sa per quanto tempo la paura di viaggiare e di intrattenere contatti interpersonali. Se a questa angosciante situazione aggiungiamo anche le maldicenze prive di alcun riscontro, il morale va veramente sotto terra e ti viene quasi voglia di mollare tutto.

«Concludo utilizzando un’espressione oggi, purtroppo, molto in voga: questa della comitiva di contagiati in arrivo nel mio hotel è una “fake new”, di quelle che non fanno certo sorridere. Mi piacerebbe solo sapere da dove sia sbucata fuori…».

Evidentemente, dunque, anche in questo periodo di isolamento forzato e di rapporti umani rarefatti, il cosiddetto “cortile” non mostra segni di cedimento: riesce a farsi breccia da sotto le mascherine di coloro che s’incontrano fugacemente nei supermercati e continua a “viaggiare” imperterrito lungo le “autostrade” di Facebook e WhatsApp.

Rodolfo Amodeo

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