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“Democrazia è Libertà”: detto… fatto!

“Democrazia è Libertà”: detto… fatto!

Francavilla di Sicilia: il gruppo consiliare d’opposizione sarebbe ad un passo dalla scissione

 

Finale “col botto” per l’annata politico-amministrativa 2013 a Francavilla di Sicilia. Come molti lettori ricorderanno, nella precedente edizione del “Gazzettino” avevamo scritto che delle “sorprese” si sarebbero potute verificare nel corso della seduta di Consiglio Comunale che stava avendo luogo nella cittadina dell’Alcantara mentre il nostro settimanale era già in stampa. Ebbene: le “sorprese” sono… arrivate puntuali, e sono di quelle destinate a lasciare il segno nella già travagliata vita politica francavillese. Per stessa ammissione di alcuni suoi autorevoli esponenti, infatti, il gruppo consiliare d’opposizione “Democrazia è Libertà” potrebbe essere prossimo alla scissione in quanto in quella seduta dello scorso 20 dicembre sono palesemente affiorate le divergenze di vedute tra i suoi cinque rappresentanti.

Succedeva, in pratica, che la “famigerata” addizionale Irpef proposta dall’Amministrazione Comunale del sindaco Lino Monea per far quadrare i conti dell’ente e poter quindi giungere all’approvazione del Bilancio Preventivo 2013, è stata approvata grazie all’assenza dei tre consiglieri di “Democrazia è Libertà” Lucia Camuglia (capogruppo), Filippo Grifò e Mariella Cannavò, i quali, non partecipando ai lavori, consentivano all’impopolare balzello di avere i numeri per superare la prova dell’aula. Della compagine d’opposizione risultavano presenti solo Paolo Spatola e Nino Raspa i quali, però, sottolineavano ufficialmente che il loro voto contrario al riguardo era da considerarsi “strettamente personale”, facendo chiaramente intendere che ormai  in “Democrazia è Libertà” ognuno fa le sue scelte. Il gruppo politico in questione, dunque, avrebbe effettivamente “onorato” la propria denominazione: in democrazia si è… liberi di fare ciò che si vuole. La libertà, però, ha quasi sempre un prezzo: in questo caso il probabile dissolvimento dell’originaria opposizione, che – come già ipotizzato anche sul popolare social-network “Facebook” da diversi militanti e simpatizzanti – si accingerebbe a scindersi in due tronconi, di cui uno che intende rimanere “critico” nei confronti dell’Amministrazione Monea e l’altro, invece, “aperto al dialogo”.

Pertanto, facendo i cosiddetti “quattro calcoli della massaia”, il sindaco Lino Monea potrebbe adesso contare, oltre che sull’incondizionato sostegno dei sei “fedelissimi” consiglieri rimastigli dell’originario gruppo di maggioranza “Per Francavilla – Monea Sindaco” (Bardaro, Di Natale, Musumeci, Scirto, Tizzone e Vaccaro), anche sull’ipotetico appoggio “esterno” dei tre consiglieri d’opposizione “buonisti” (Camuglia, Cannavò e Grifò). Per il resto, il primo cittadino continuerà a trovarsi contro i tre consiglieri “dissidenti” che hanno dato vita al gruppo “Uniti per Francavilla” (ossia Lo Presti, Nuciforo e Puglisi) ed i due “irriducibili” di “Democrazia è Libertà” (ossia Spatola e Raspa). Ma c’è anche l’incognita del vicepresidente del Consiglio Mohamed Mafhoum, il quale manifesta da tempo segni di insofferenza nei confronti dell’“establishment” di Piazza Annunziata. Pure quest’ultimo ha disertato la recente seduta consiliare, convocata per apportare i correttivi sull’addizionale Irpef richiesti dal Ministero dell’Economia, ed in quella precedente aveva votato contro l’introduzione di tale imposta. Nei giorni scorsi Mafhoum ci ha chiamato per chiarire la propria posizione dalle colonne del nostro giornale.

«Non è la prima volta – ci ha dichiarato il vicepresidente dell’organo consiliare francavillese – che esprimo un voto da persona libera, al di là dello schieramento politico cui ufficialmente appartengo. E’ successo ad esempio quando, insieme ai consiglieri dell’opposizione, ho sposato la causa dei nostri lavoratori precari. Ed è successo ultimamente anche con l’addizionale Irpef, un tributo che, con una programmazione più attenta della spesa, ritengo potesse essere evitato alla nostra comunità. E nessuno può rimproverarmi per non aver il sottoscritto partecipato alla seduta di Consiglio Comunale del 20 dicembre: all’ordine del giorno di quei lavori c’era, infatti, la regolarizzazione squisitamente tecnica della suddetta addizionale Irpef, che era logico venisse votata da quei consiglieri i quali, precedentemente, avevano deliberato l’introduzione di tale balzello. Confesso, inoltre, che in presenza di maggioranze oltremodo risicate, trovo imbarazzante dover risultare il cosiddetto “ago della bilancia”. Sta di fatto che, nelle ore precedenti a quella seduta consiliare, sono stato parecchio “corteggiato” da amministratori e colleghi della cosiddetta “maggioranza relativa”, mentre a seduta conclusa nessuno si è degnato di informarmi sull’esito dei lavori. A questo punto, penso proprio di dover rivedere la mia posizione all’interno della compagine in cui sino ad oggi ho militato…».

Da esponente del Circolo francavillese del Partito Democratico, Mohamed Mafhoum ha inoltre categoricamente smentito le dicerie riguardo ad un presunto “inciucio” tra l’Amministrazione Monea ed i locali rappresentanti del Centrosinistra, dei quali fa parte anche Lucia Camuglia, capogruppo consiliare dell’ormai lacerata “Democrazia è Libertà”.

Rodolfo Amodeo     

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