Finalmente il Catania. Ma quanta sofferenza -
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Finalmente il Catania. Ma quanta sofferenza

Finalmente il Catania. Ma quanta sofferenza

IMG_2329Il Catania riesce ad avere la meglio sul Pescara, al termine di una partita combattuta, giocata al cardiopalma, che ha regalato emozioni sino all’ultimo minuto di gioco. Il settimo supplementare, per la precisione.

E da qui intendiamo partire, dal minuto 97′, quando la traiettoria disegnata da Pasquato si stampa sul palo e lenta, torna tra le braccia di Anania. Permettendo ai giocatori in maglia rossazzurra di tirare un grosso sospiro di sollievo, dopo aver messo a dura prova le coronarie degli spettatori presenti. In quel palo c’è tutto il patimento di una gara giocata con grande intensità, contro una pari grado che coltiva le stesse ambizioni della compagine etnea, ma anche un chiaro segnale di riscatto. Insieme ad una buona dose di fortuna che nel calcio non guasta mai e che meglio tardi che mai.

La partita, per l’undici di Sannino, si era messa davvero bene. Primo affondo e Catania in vantaggio, grazie al penalty lampo trasformato da Rosina al secondo minuto di gioco (foto sopra). Poi il Pescara, squadra organizzata e dalle ottime individualità, che ha iniziato a macinare gioco mettendo alle corde i rossazzurri e costruendo tre nitide palle gol, prima di pervenire al pareggio firmato Melchiorri, al minuto ventuno.

Nella ripresa, il nuovo vantaggio etneo ad opera del solito Calaiò (terzo centro stagionale, così come Rosina) che potrebbe anche chiudere la gara poco dopo, se solo non si fosse lasciato ipnotizzare dall’estremo difensore ospite Fiorillo. Da qui, una lunga apnea fino al settimo minuto di recupero, passando anche per l’espulsione di Gyomber che lascia i compagni di squadra per una manciata di minuti in inferiorità numerica.

 CATANIA-PESCARA 2-1

Reti: 2′ Rosina rig. (C); 21′ Melchiorri (P); 51′ Calaiò (C)

Catania (4-3-3): 26 Anania; 2 Peruzzi, 23 Gyomber, 3 Spolli, 18 Monzon; 27 Jankovic (54′ Leto), 24 Capuano, 6 Martinho; 10 Rosina, 9 Calaiò, 19 Castro (92′ Sauro).

A disposizione: 12 Ficara, 28 Parisi, 8 Escalante, 13 Garufi, 7 Marcelinho, 17 Cani, 29 Aveni.

Allenatore: Sannino.

Pescara (4-3-3): 1 Fiorillo; 2 Pucino, 13 Zuparic, 5 Pesoli, 11 Zampano; 31 Guana, 6 Appelt, 8 Bjarnason; 7 Politano (84′ Pogba), 9 Melchiorri (81′ Sowe),10 Caprari (73′ Pasquato)

A disposizione: 18 Aresti, 17 Cosic, 3 Boldor, 33 Grillo, 20 Nielsen, 28 Lazzari.

Allenatore: Baroni

Arbitro: Davide Ghersini di Genova

Ammoniti: Gyomber, Calaiò, Monzon, Leto (C), Pesoli, Appelt, Pucino (P)

Espulsi: Gyomber 90′

Il nuovo Catania di Sannino. Nuovo, perché gli etnei appaiono davvero maggiormente motivati rispetto alle prime uscite stagionali e di questo ed altro è opportuno dare i giusti meriti al nuovo tecnico, artefice di un rinnovato progetto tattico ed ispiratore di una nuova mentalità. Nel Catania convincono le prestazioni dei soliti Rosina e Calaiò, che non solo rappresentano il valore aggiunto della squadra, ma sono i primi operai. Corrono a tutto campo, sino all’ultimo minuto di gioco, sacrificandosi per la causa e per i compagni, lottando come farebbero due esordienti per conquistarsi una maglia da titolare.

Convince Capuano, ed il ruolo che il tecnico gli ha cucito addosso per sopperire alle assenze di Rinaudo ed Almiron. Ciro è un terzinaccio, scriverebbe Brera, ma la sua voglia di spendersi per la squadra supera i limiti tecnici e la disciplina tattica che una nuova posizione in campo gli impone. Convincono meno Castro, Leto (subentrato al bon Jankovic al minuto 54) e tutto il pacchetto arretrato, per lo meno quello visto durante la prima di gara. Prossimo appuntamento a Frosinone, quinta forza del torneo.

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