Dei 26 punti monitorati sulla costa, 15 risultano oltre i limiti di legge. Di questi, 10 sono stati giudicati “fortemente inquinati” e 5 “inquinati”. Nel mirino ci sono sempre canali e foci, i principali veicoli con cui l’inquinamento microbiologico, causato da cattiva depurazione o scarichi illegali, arriva in mare.
È questa in sintesi una fotografia scattata lungo le coste della Sicilia da un team di tecnici e volontari di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane. A parlarne, nel corso di una conferenza stampa tenuta ieri a Giardini Naxos (Messina), sono stati il presidente di Legambiente Sicilia Gianfranco Zanna e Caterina Valentino, curatrice della campagna Salvalarte per il Circolo Taormina Valle Alcantara di Legambiente.
Per la prima volta quest’anno la Goletta non segue il classico itinerario coast to coast a bordo dell’imbarcazione, che si prende una piccola pausa nel rispetto delle restrizioni per il distanziamento fisico imposte dalla pandemia. Il viaggio ideale lungo la Penisola vive infatti di una formula inedita, ma che ugualmente punta a non abbassare la guardia sulla qualità delle acque e sugli abusi che minacciano le coste italiane.
La 34esima edizione di Goletta Verde vede come partner principali CONOU, Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, e Novamont, azienda leader a livello internazionale nel settore delle bioplastiche e dei biochemicals. Partner sostenitore è invece Ricrea, Consorzio nazionale per il riciclo e il recupero degli imballaggi in acciaio. La campagna 2020 è inoltre realizzata con il contributo di Fastweb. Media partner è la Nuova Ecologia.
Il dettaglio delle analisi di Goletta Verde
È bene ricordare che il monitoraggio di Legambiente non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi per porre rimedio all’inquinamento dei nostri mari, prendendo prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni dei circoli di Legambiente e degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta alla insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano in mare. Le località costiere, inoltre, spesso pagano problematiche che si estendono fino ai comuni dell’entroterra. La denuncia sulle carenze depurative da parte di Legambiente vuole provare a superare questo deficit cronico, anche per tutelare il turismo e le eccellenze dei territori. Il monitoraggio delle acque della Sicilia è stato effettuato dal 7 al 23 luglio scorsi, da volontari e volontarie dell’associazione.
I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo.
Sono 3 i punti analizzati nella provincia di Catania, tutti risultati “fortemente inquinati”. Il primo punto è sulla spiaggia di fronte il canale Forcile nella contrada Pontano d’Arci di Catania, il secondo in mare di fronte lo scarico fognario di Aci Trezza nel Comune di Aci Castello e il terzo sempre in mare, di fronte la foce del torrente Macchia in località Sant’Anna a Mascali.
Risulta “fortemente inquinato” anche il punto in mare sulla foce del fiume Alcantara in località San Marco nella contrada Pietrenere fra i Comuni di Giardini Naxos e Calatabiano, fra le province di Messina e Catania.
“Cambiano i fattori, le località più o meno inquinate, gli scarichi abusivi scoperti, i depuratori che non funzionano – dichiara Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia -, ma purtroppo i dati che emergono anche quest’anno dai monitoraggi di Goletta Verde ci consegnano un mare siciliano che non gode di buona salute, anzi è davvero messo male e non poteva essere diverso il responso. D’altronde, ancora oggi, malgrado continuiamo a pagare multe salatissime all’Unione Europea per la mancata depurazione, nulla è stato fatto per voltare pagina, per avere più rispetto e amore per i nostri fiumi e il nostro mare. Eppure, anche al tempo del Covid, le nostre spiagge sono affollate e ricercate. Ognuno si faccia il proprio esame di coscienza. Ci sarà qualche sindaco che si lamenterà per il nostro test, altri che saranno più contenti, altri ancora, magari, tireranno un sospiro di sollievo. Ma nessuno si preoccuperà, da domani mattina, di rimboccarsi le maniche e lavorare per far sì che i propri cittadini non continuino a sporcare le acque”.
“10 dei 14 punti giudicati inquinati o fortemente inquinati nel 2020 – afferma Andrea Minutolo, responsabile nazionale dell’Ufficio Scientifico di Legambiente – erano stati giudicati oltre i limiti di legge anche nel corso della campagna 2019 (dove i punti oltre i limiti erano stati in tutto 16), a dimostrazione di come spesso la maladepurazione sia una malattia cronica di alcuni punti e non una semplice anomalia stagionale. Per di più 8 di questi 10 punti oltre i limiti di legge hanno una storia di giudizi negativi, secondo i dati raccolti da Goletta Verde, per più anni anche consecutivi, fatto che nelle ultime edizioni della campagna ci ha portato a fare anche diversi esposti alle autorità competenti”.