Leggendo degli ostacoli posti dai cosiddetti Paesi europei frugali, a dire il vero non hanno del tutto torto. Certo l’Olanda è la terra dei paradisi fiscali, ma questo è un altro discorso ed intanto non ha un enorme debito pubblico, così come la Germania.
Risulta che in Italia dalla prima grande crisi del 2008 ad oggi, il debito non è diminuito; si continua a perpetuare lo spreco come i due ospedali di Rho e delle Marche, non utilizzati e/o utilizzabili per fronteggiare la pandemia; sono state acquistate mascherine non a norma con la mediazione della piccola ditta di Irene Pivetti, ex presidente della Camera; è in corso un indagine giudiziaria al S. Matteo di Pavia per affidamenti di forniture; la manutenzione delle autostrade e tangenziali siciliane è stata per anni fuori controllo come da indagini giudiziarie in corso, ma già noi comune/i cittadine e cittadini lo pensavamo da molto prima; sulle opere pubbliche incompiute da oltre mezzo secolo, pertanto non corrispondenti più alle normative e alle nuove progettazioni degli spazi, si spende ancora denaro come nel caso del teatro del mio comune, Giarre; l’aeroporto di Malpensa dopo decenni è ancora sottoutilizzato; a lavori già avanzati in Sardegna l’incontro del G8 del 2009 è stato trasferito nella città dell’Aquila, solo per esibire il dolore del terremoto, aggiungendo macerie alle macerie; a molti italiani le baby pensioni concedono il privilegio di ricevere molto, ma molto di più di quello che hanno versato; i parlamentari mantenevano, e forse mantengono, oltre il loro mandato privilegi che li tenevano legati ai palazzi del potere.
Potremmo continuare… perchè il sottobosco è immenso. Non mi voglio lamentare che tutto va male, o populisticamente scagliarmi contro la politica; ho sempre apprezzato la sanità e la scuola pubblica del mio Paese e credo che la politica ed il governare debbano agire anche attraverso onerosi riti e simboli, ma non privilegi.
E’ anche vero, però, che si poteva fare di meglio e di più: senza un immenso debito pubblico avremmo avuto una diversa autorevolezza nei confronti dei Paesi cosiddetti frugali. In Italia abbiamo perso l’occasione della frugalità, nonostante l’insegnamento ed il modello di vita di S. Francesco, di cui non a caso il nostro Papa con coraggio ha assunto simbolicamente e concretamente il nome.
Si deve prendere atto, purtroppo, che nella storia italiana il Santo ha svolto il ruolo di minoranza politica e religiosa.
Nunziatina Spatafora