Il sindaco di Aci Catena Nello Oliveri, nella tarda mattinata di oggi, ha partecipato ad una videoconferenza tra sindaci del bacino delle Aci e ionici e l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza. Questi all’ultimo momento ha delegato il direttore generale dell’Asp Maurizio Lanza a partecipare all’incontro. Il primo cittadino catenoto, com’è noto massima autorità sanitaria in ambito comunale, ha ribadito il suo personale disappunto verso la decisione che dal prossimo 3 novembre sarà applicata, cioè il passaggio a covid dell’ospedale Santa Marta e Santa Venera di Acireale. “Ringraziamo il direttore generale dell’Asp dott.Maurizio Lanza per aver preso parte all’incontro con i sindaci, ma essendo un dirigente e non un politico, risponde direttamente alle esigenze della propria azienda ponendo in essere solo alcuni dei dettagli della vicenda, non scendendo nel merito, cosa che avrebbe potuta fare Razza.
Noi sindaci abbiamo potuto solo prendere atto che con decreto assessoriale, l’ospedale di Acireale dal prossimo 3 novembre, diventerà quasi esclusivamente struttura covid, eccezion fatta per il pronto soccorso, le dialisi ed altri piccoli ambulatori e servizi erogati. Personalmente – continua Nello Oliveri – ho contestato la decisione poiché tutti gli altri servizi erogati ad un bacino di circa 220 mila utenti, verranno smistati negli altri ospedali tipo Mineo, Caltagirone, Paternò. Così facendo è come chiudere il nosocomio acese, quando nella vicina Giarre esiste una struttura vuota, ma realizzata con i canoni che attengono all’ospedale e che molti sindaci ionici, oggi presenti, hanno palesato l’interesse a riaprire l’ospedale giarrese anche per soddisfare l’emergenza legata al covid.
Ho protestato non solo la scelta, ma anche perché questa non è stata concertata con i sindaci delle aree coinvolte ed in pratica è caduta dall’alto, senza nemmeno tenere conto del parere dei primi cittadini. Noi ricordo a tutti siamo i rappresentanti delle comunità che amministriamo e, mio malgrado devo ammettere, sulla carta le massime autorità sanitarie nei comuni. Odio le scelte imposte e contesto per non essere stato sentito per nome e conto dei circa 30 mila cittadini che rappresento. Perché non Giarre, Caltagirone o Mineo. Con la scelta ricaduta su Acireale si priva un bacino molto grande dei servizi elementari ospedalieri. Concludo che non basta sentire solo i deputati regionali di zona, ma vanno sentiti soprattutto e principalmente i sindaci nel doppio ruolo di rappresentanti delle comunità e di autorità sanitarie locali in questo periodo di emergenza”.