Sono destinate a lasciare il segno le determinazioni assunte dal consigliere giarrese Giusi Savoca che, attraverso una missiva, ha reso nota la “decisione irrevocabile di dimettersi del gruppo consiliare di Forza Italia a Giarre e dagli incarichi di partito rivestiti ad ogni livello”. Da alcuni giorni si susseguivano malumori anche in ragione di una linea di “svecchiamento” intrapresa dal partito che, per l’appunto guardando alle prossime elezioni comunali, avrebbe incoronato l’evergreen Pippo Donzello alla guida del gruppo azzurro di Giarre. “Mi sono sempre sentita onorata di aver contribuito a far crescere il partito – scrive la Savoca – ho sempre fatto il mio dovere da dirigente, militante, elettrice e da Consigliera Comunale, dando il mio contributo, piccolo o grande che sia stato, per il bene del partito e di Giarre, sacrificando il mio tempo, i miei affetti, le mie capacità intellettuali e organizzative. Questo, l’ho fatto, con grande convinzione e abnegazione, almeno fino a quando non è apparso chiaro che le strade intraprese, i progetti e le iniziative andavano palesemente contro il mio modo di intendere la politica cittadina Giarrese”. Strade intraprese e progetti. Due punti nodali. Imprescindibili a quanto pare per la Savoca non nuova a decisioni drastiche, non ultima quella di abbandonare il progetto del sindaco D’Anna al quale, nel 2016 aveva fortemente creduto, salvo poi decidere di mollarlo e con lei, più avanti, financo l’inventrice del giocattolo Città Viva, Sara Giuffrida. Pentita più di tutte di avere creduto nel cambiamento, salvo poi accorgersi delle mosse maldestre del sindaco. Mosse tipiche della tanto decantata Prima Repubblica.
“Senza voler alimentare polemica alcuna, ritengo che la politica con la ”P” maiuscola – ragiona nella sua breve nota la Savoca – deve fare marcia indietro, tornare a parlarsi e a trovare soluzioni per il futuro di questa città. Ho voglia di far politica per il bene della città; credo di poter fornire un supporto di idee per il bene di questa comunità e – conclude la Savoca – sono certa, che insieme a tantissimi cittadini di buona volontà troveremo il modo di edificare un nuovo progetto di rinnovamento e rigenerazione della classe dirigente locale”. A questo punto non resta che attendere le reazioni, semmai ce ne saranno in questa città spenta che non ha avuto neppure un sussulto dopo il piccolo, quanto inutile e incomprensibile rimpasto, in piena pandemia, a sei mesi dalle elezioni, che avrebbe dovuto scuotere l’opposizione composta da un manipolo di consiglieri spaccati, al centro di stucchevoli lotte interne. Le dimissioni della Savoca sono un fatto nella mediocre politica giarrese. Almeno lei, un piccolo segnale l’ha dato. Contro quel solito modo di fare politica. Con i soliti ex satrapi democristiani che sembrano avere ancora una volta soppiantato persino il buon coordinatore Falcone: il finto nuovo che avanza, ma cosi tanto, tanto vecchio.