Viaggio storico fra gli imprenditori tessili di seta in Sicilia tra innovazioni tecnologiche ed azioni di spionaggio industriale ante-litteram
Sono il fiore all’occhiello del Liceo Artistico “Renato Guttuso” in Giarre i telai di tessitura “modello Jacquard”; possono realizzare qualsiasi tipo di tessuto, lavorandovi anche fino a 200 fili contemporaneamente. L’istituto è condotto, sotto la direzione didattica del professore Alfredo Pappalardo, per la direzione amministrativa dal ragioniere Giuseppe Vitanza, mentre l’insegnamento in aula e nel laboratorio, in sala macchine, per le varie modalità di tessitura, è condotto dalle professoresse Marinella Leotta e Maria Raneri, assistite dalla signora Giuseppa Vitanza, come tutore.
Sono proprio i famosi telai di Joseph-Marie Jacquard, acquisiti alla scuola all’inizio degli anni ’70, per il costo di 30 milioni cadauno. Detti telai Jacquard sono unici esemplari nella provincia di Catania; sono importanti sul piano culturale e per i risvolti di storia pregressa che si portano dietro. Potrebbero ancora essere finalizzati per gite didattico-istruttive per gli studenti di altre scuole dell’hinterland e delle province siciliane. Altri esemplari di telai Jacquard sono presenti nei laboratori di tessitura dei seguenti istituti d’arte: “Basile” di Messina; “Rosario Assunto” di San Cataldo” (Enna); “S. Fiume” di Comiso (Ragusa).
Spy-story! Questo è il pregresso storico di detto tipo di telaio per la città di Catania. Giovanni Nicolosi Puppù, tessitore altamente specializzato nelle fabbriche del Geraci esistenti in questa città, vuole apprendere una migliore operatività (modalità di produzione nella tessitura della seta), al fine di migliorare la qualità e la quantità dei tessuti serici. Pertanto, nel 1817, si reca a Milano, a Marsiglia, a Parigi, a Lione; in quest’ultima città è alla scuola dello Zaccaria, emergente tessitore ed imprenditore in questo settore. La fase successiva è quella che dalla Francia porta a casa: trafuga un modello di macchina, il “il telaio Jacquard”. È la spy-story dell’imprenditoria manifatturiera catanese a fronte di detto telaio di cui è vietata la commercializzazione e l’esportazione all’estero.
Il Nicolosi Puppù, in questa operazione, è aiutato dal catanese Benedetto Barbagallo (chimico esperto, tintore di sete, inventore ed altro), il quale era andato in Francia per conto del Comune di Paternò (provincia di Catania), per acquistare una macchina per maciullare il lino, ed è presente a Lione. È una operazione di contrabbando. In breve, il telaio è smontata, le sue parti-componenti sono smontate, separate, divise in varie casse, con sovrapposte bottiglie di vino, o oggetti di poco valore, spedite a Catania. Qui il telaio automatico è riassemblato ed è dato per la riproduzione di altri esemplari ai congegnatori meccanici, più precisamente al laboratorio tecnico di produzione di telai per la tessitura diretto dagli imprenditori Matteo Abramo e Giovanni Rizzarelli. Poiché questo modo di lavorare (alla Jacquard), di produrre i variegati tessuti di seta, è sconosciuto a Catania fino al 1821, vediamo il pregresso storico (lo ricorda il Tornabene).
La tessitura della seta è praticata in Italia, in Olanda, in Inghilterra, in Francia, qui massimamente a Lione, dove è fatto venire il telaio automatico di Giuseppe il calabrese da Catanzaro, chiamatovi appositamente, nella seconda metà del ‘400, dal re Luigi XI. A quel tempo è rilevante a livello europeo la tecnologia e la produzione dei tessuti di seta a Catanzaro; essa è installata nella parte alta della città, nelle vicinanze del castello. Successivamente, alla fine del ‘700, in Francia, a Lione si rende necessario ammodernare, aggiornare la produzione serica, ed è proprio il citato Jacquard (Joseph-Marie Jacquard) che inizia a studiare (1801), a sperimentare delle innovazioni tecniche. Egli opera una serie di passaggi e di combinazioni per realizzare il suo telaio, che risulta dalla fusione di 4 distinti di essi: 1) un suo precedente telaio per la produzione delle reti per la pesca; 2) il telaio di J. de Vaucanson (ideato nel 1745); 3) i telai di B. Bouchon (1728) e di M.Falcon (1728); 4) il telaio automatico di Giuseppe il calabrese da Catanzaro.
L’idea di Jacquard si concretizza, è portata a completamento nel 1804; egli ha come fine l’obiettivo di migliorare la produzione e la qualità della seta in modo tale da potere rispondere con immediatezza alle richieste del mercato di consumo dei tessuti di seta. Il “cuore” del meccanismo (neo-automatismo), un particolare congegno meccanico (di ferro), è installato sulla parte superiore dei precedenti telai, che così risulta alto circa tre metri. Il suo neo-telaio, detto Jacquard, è brevettato e, nel 1806, è dichiarato bene di pubblica utilità e ne viene vietata l’esportazione. Ma questa empasse non scoraggia i catanesi. Napoleone Bonaparte ne ordina la produzione di 14.000 esemplari e li distribuisce per il paese ai richiedenti. È una novità tecnologica di grande valenza. (fine prima parte).
Tonio Troina