E adesso non rimane che pagare. Pena la decadenza da consigliere comunale. L’ente comunale corre ai ripari all’esito dell’accertamento ispettivo avviato dall’assessorato regionale delle Autonomie locali che ha accertato l’indebita percezione di somme erogate, segnatamente nella forma di gettoni di presenza (ovvero di permessi retribuiti) ai capigruppo consiliari e ai delegati sostituti, che pur non essendo componenti delle commissioni consiliari vi hanno preso parte. L’assessorato, al termine dell’attività ispettiva nei giorni scorsi con propria nota ha determinato gli importi dovuti da ciascun consigliere comunale – cifre variabili comprese tra 64 euro e circa 11 mila euro -; il segretario generale ha trasmesso al dirigente della Prima Area Servizi Civici delegandolo a provvedere a tutti gli atti necessari per procedere al recupero delle somme indebitamente erogate ai consiglieri negli anni di riferimento accertati.
Da qui il recapito ai consiglieri comunali della diffida e messa in mora, in relazione alla indebita percezione di somme nella forma di gettoni di presenza. I consiglieri finiti nel tritacarne dell’ex presidente del Consiglio Raffaele Musumeci, dovranno provvedere, nel termine di 30 giorni, al pagamento della somme accertate e, in mancanza, si procederà al recupero coattivo, incorrendo nelle conseguenze previste dall’art.63, comma 1, D.Lgs. n.267/200, ovvero l’incompatibilità.
L’azione di recupero delle somme ingiustificatamente percepite è destinata a terremotare la politica comunale giarrese compromettendo financo le velleità di chi si accingeva a riproporsi alla carica di consigliere o di sindaco, addirittura. Resta poi l’onta. Che in piena campagna elettorale potrebbe essere l’arma da maneggiare per neutralizzare l’avversario. Frattanto è attesa per i prossimi giorni l’altra nota “bollente” che interessa, invece, sindaco e assessori. Politicamente Giarre è di fatto entrata in Zona Rossa.
Mario Previtera