“E’ necessario un confronto con i cittadini perché non mi si accusi di essere complice di quanto accaduto”. E’ lo sfogo del sindaco di Giarre Leo Cantarella che commenta con amarezza lo stato pietoso della macchina amministrativa e la sciatteria con cui è stata fin qui gestita la città.
A cominciare dallo stato di abbandono in cui versava il palazzo di città. Svuotato del proprio significato istituzionale. Svilito nelle sue funzioni. Lo stesso ufficio del sindaco, al primo piano del municipio, ridotto ad un deposito di scatoloni. Stanze vuote, uffici sguarniti. Interi dipartimenti lasciati nella totale anarchia. E quelle casse tremendamente vuote. Raschiato il barile. Di più: forse pure bucato.
“A quasi un mese dal mio insediamento – afferma il sindaco – non sono stato ancora informato sulla situazione contabile dell’Ente. Non conosco la situazione di cassa, nonostante si tratti di imprescindibili adempimenti di legge. Una gravissima quanto inedita lacuna. Ho atteso per settimane che il segretario generale e il Collegio dei revisori – che non si è neppure presentato – mi facessero pervenire il quadro contabile. E invece nulla.
Ancora più stupefacente – rileva il sindaco – è l’aver trovato il fondo di riserva, già nel mese di ottobre, a zero euro. Neppure un centesimo. Assurdo”.
Si tratta di un fondo importante dal quale prelevare le eventuali somme nei casi in cui si verificano esigenze straordinarie di bilancio o quando le dotazioni degli interventi di spesa corrente si rivelano insufficienti. Durante l’emergenza meteo il sindaco Cantarella ha rischiato parecchio, trovandosi una protezione civile comunale disarticolata e senza figure di coordinamento.
E ora, senza fondi, dovrà occuparsi della manutenzione di scuole e strade. Senza una chiara prospettiva. Nella consapevolezza di avere ereditato una città polverizzata. Sommersa dalle macerie.