I Carabinieri della Compagnia di Catania Piazza Dante, unitamente ai colleghi del NAS e con il supporto di personale della Polizia Locale, hanno svolto un articolato servizio di controllo nei luoghi teatro della “movida” nel centro storico di Catania.
Il servizio è stato principalmente finalizzato a garantire il rispetto delle norme igieniche da parte degli esercenti dei numerosi esercizi pubblici nel settore alimentare, perseguendo altresì il fenomeno dell’occupazione abusiva del suolo pubblico, nonché ad evitare il verificarsi assembramenti di persone, oppure disperderli, in linea con le disposizioni in materia di contenimento epidemico da Covid-19.
I militari, nella via Gemmellaro ed in quelle adiacenti, hanno così verificato l’occupazione abusiva del suolo pubblico da parte dei titolari di due ristoranti ivi operanti, sanzionandoli ai sensi del C.d.S..
Il Carabieniri del NAS, ancora congiuntamente ai colleghi della territoriale, hanno inoltre svolto specifiche attività di controllo alle attività di ristoro, a seguito delle quali hanno disposto la chiusura dell’attività per 5 giorni dell’area somministrazione e bevande di un disco-pub sito via Vela. Ciò, in particolare, dopo aver riscontrato l’assenza di verifica del possesso del green pass degli avventori da parte del personale dell’esercizio commerciale, nonchè il mancato uso della mascherina protettiva da parte del degli addetti alla ristorazione e, infine, la presenza di 29 chilogrammi di prodotti ittici in cattivo stato di conservazione.
Analogamente, per un ristorante sito in Piazza Federico di Svevia è stata disposta l’immediata chiusura, in quanto un locale non autorizzato era invece stato adibito a laboratorio di produzione e deposito di alimenti con evidenti gravi carenze igienico-sanitarie e strutturali.
Complessivamente inoltre l’attività, articolatasi anche nelle vie Musumeci, viale Africa e nella piazza Giovanni XXIII e loro adiacenze, ha consentito il controllo di 87 avventori con relative 8 violazioni inerenti le disposizioni anticovid e per quanto riguarda il possesso del “green pass”, nonché ha portato al sequestro di alimenti non ritenuti per un valore di 2000 euro.