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Riposto, concluso il corso antiaggressione femminile della Lni

Riposto, concluso il corso antiaggressione femminile della Lni

In occasione dell’ultimo appuntamento con il corso di antiaggressione femminile, promosso dalla  Lni sez di Riposto, in collaborazione con lo studio di posturologia e biomeccanica Chi-Pos di Giarre, sono stati consegnati alle undici socie della Lni, frequentanti il corso, gli attestati di partecipazione.

A consegnare i diplomi di frequenza era presente, in rappresentanza del presidente Giuseppe Pulvirenti, il suo vice Filippo Massari. Tutti insieme hanno  dato vita ad  un momento di riflessione condivisa sul delicato tema della violenza sulle donne e sui casi di femminicidio, che tristemente riempiono le pagine della cronaca. Un modo, questo, per celebrare così  la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, per contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica su una delle più devastanti violazioni dei diritti umani.

Per le undici signore: Federica Ballistreri, Carmela Inguanti, Maria Leotta, Federica Magrì, Adriana Montera, Silvia Pulvirenti, Maria Letizia Rania, Marilena Raciti, Isabella Rotoli, Grazia Russo e Patrizia Tirendi è stata un’occasione di crescita e grazie a questi incontri e alle tecniche apprese, hanno imparato a sapersi difendere personalmente  in caso di aggressione.

Il corso tenuto dal dott. Angelo Scarpignato, chinesiologo certificato, posturologo biomeccanico,  cintura nera 6 dan judo cintura nera 1 dan wjjf e dalla dott.ssa Concetta Zanghi esperto in jeet kune do,  ha coinvolto undici donne  della Lni,  con la formula full-immersion, nel pieno rispetto delle vigenti normative anti-covid, che   ha  previsto   4 incontri, a numero chiuso, ospitati presso la sede ripostese della Lni e presso la palestra dello studio Chi pos di Giarre.

Molto soddisfatti gli istruttori del corso. “Abbiamo tentato – ha detto Scarpignato – con queste tecniche di difesa personale  a far prendere loro coscienza dei veri pericoli che questa situazione rappresenta e quale siano le uniche reazioni possibili in simili circostanze. Ci siamo a lungo soffermati sull’ addestramento psico-emotivo delle nostre allieve e sull’insegnamento delle tecniche di difesa, le quali devono essere semplici ed efficaci, in modo da poter essere universalmente applicabili e rispondere a situazioni di reale aggressione. Abbiamo loro trasmesso qualche nozione dello  studio anatomo-fisiologico del corpo umano, che permette di conoscere la vulnerabilità dell’organismo, compresi i carichi di rottura ossea e le direzioni di applicazione delle forze”.

“Abbiamo allenato – ha aggiunto la Zanghì – le capacità di percezione spaziale delle partecipanti, al fine di renderle in grado di tenere sempre sotto controllo le possibili vie di fuga”.

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