La “casa del Nespolo” di Acitrezza -
Catania
16°

La “casa del Nespolo” di Acitrezza

La “casa del Nespolo” di Acitrezza

Nel piccolo borgo di Acitrezza si trova la “casa del Nespolo”, oggi sede di un piccolo museo dedicato alla celebre opera “ I Malavoglia” di Giovanni Verga.  Lo scrittore siciliano ha ambientato il romanzo proprio in questo paesino di mare, riportando l’avvincente storia della famiglia protagonista.

L’abitazione è abbellita da pezzi d’arredo di fattura ottocentesca che rimandano a quanto descritto nel racconto verghiano; nei vari locali della struttura si possono ammirare oggetti casalinghi e attrezzi da lavoro. Una delle stanze è intitolata proprio ai “Malavoglia”, ospitando al proprio interno le tipiche suppellettili delle case marinare; nel vano sono presenti una sedia, un comò, una mensola e una conca. Si credeva che l’uso del materasso fosse indice di appartenenza ad un ceto benestante, ovvero i grossisti del pesce. La gente umile, di converso, non vantava simili privilegi e trascorreva le notti su trespoli e scomode tavole. Per di più, le famiglie più povere si riunivano in un grande stanzone tutte insieme; al centro c’era pure una conca che, oltre a riscaldare l’ambiente e i cibi, fungeva da angolo di ritrovo per le donne aduse a svolgere l’abituale rito del rosario.

La seconda camera, invece, è ispirata al film “ La terra trema” di Luchino Visconti. La trama è incentrata sul conflitto tra i grossisti del pesce e i pescatori che si avventuravano in mare rischiando la loro stessa vita.  Mentre i primi godevano di un profitto economico molto soddisfacente senza correre alcun pericolo, i secondi conducevano una vita di stenti e mettevano a repentaglio la propria incolumità ogni singolo giorno. Interpretato dagli abitanti locali, è divenuto un capolavoro cinematografico del “Neorealismo Italiano”; la lingua parlata è il siciliano, selezionato appositamente per rievocare il folklore e la tradizione del luogo. È possibile persino ammirare alcune immagini del film: tra le inquadrature più famose rientra indubbiamente la scena che riproduce quattro donne simili alle cosiddette “anime del purgatorio”.

Queste ultime, sedute sugli scogli di pietra lavica, attendono il ritorno dei propri cari dispersi nella mareggiata. Ciò simboleggia la storia del nostro paese, che dal 1948 attraversava delle profonde difficoltà legate alla sconfitta della seconda guerra mondiale; si tratta di una denuncia sociale che il Visconti, sulla falsariga di Verga, riproduceva nella medesima maniera. Non a caso, focus principale del regista era la triste vicenda di una famiglia di pescatori lacerata dalle tensioni sociali e politiche di un’ Italia appena unita. Il museo custodisce pure una serie di lettere inviate da Verga al fratello Pietro; dalla lettura di esse emergono amare riflessioni, confidenze, stati d’animo, vizi, sentimenti e virtù del nostro grande esponente letterario. Arricchiscono lo scenario museale anche i diversi esemplari di reti, nasse e cime che venivano utilizzati per le battute di pesca.

Livio Grasso

Potrebbero interessarti anche