Riceviamo e pubblichiamo una nota della “Putia del Bene comune” sul delicato argomento della prossima costituzione di una fondazione, la fondazione Bellini, che rappresenta una scommessa per la città di Acireale e che come tale non può non includere dei rischi che vengono rimarcati in questa nota
“In un momento di difficoltà per Acireale, il Consiglio comunale si affretta a istituire la Fondazione Bellini, senza accettare emendamenti, senza promuovere alcuna modifica sull’impostazione iniziale, compiendo una manovra sbrigativa che lascia perplessi sulle reali intenzioni dell’Ente. L’Amministrazione, che si era dichiarata pronta a scelte condivise, appronta uno strumento che dall’alto si occuperà di gestire gran parte delle iniziative culturali di questa città, senza un effettivo confronto e un coinvolgimento attivo delle associazioni culturali cittadine, con inevitabili ricadute sulla collettività.
Si dà vita a una Fondazione soggetta al diritto privato, che dovrà chiaramente svolgere una funzione pubblica, cercando di eludere quei controlli, soprattutto di natura finanziaria, a cui ogni soggetto di questo tipo dovrebbe sottoporsi: una modalità per cui il Comune di Acireale è stato già richiamato dalla Corte dei Conti.
Una funzione pubblica che diventa evidente giacché si afferma che la Fondazione potrà avvalersi delle competenze professionali che a qualsiasi titolo le appartengono. Con la conseguenza che se la Fondazione dovesse, in futuro, presentare un bilancio in passivo, il Comune si troverà di fronte all’alternativa di erogare un contributo straordinario, oppure permettere che la Fondazione eroda progressivamente il proprio patrimonio, con il rischio di non avere più mezzi adeguati alla realizzazione dello scopo culturale per il quale è stata costituita. In ogni caso una situazione di deficit si ripercuoterebbe sul bilancio comunale: o in termini di aumento di spesa pubblica a favore della fondazione, o in termini di perdita definitiva di quel patrimonio collettivo trasferito nella piena disponibilità della fondazione.
Risulta evidente la contraddizione di base, in quanto, seppure la Fondazione è senza fine di lucro, per il raggiungimento degli scopi pubblici, di gestione dei beni, potrà svolgere qualsiasi attività economica, finanziaria, patrimoniale, immobiliare o mobiliare, commerciale e accessoria, compresa la partecipazione in società di capitali (art. 2 dello Statuto). Tutto questo con un patrimonio proveniente per intero dalla nostra comunità: il Bellini in comodato d’uso, la proprietà del Maugeri, e 50.000 euro di dotazione iniziale.
Il passaggio di proprietà del Teatro Maugeri potrebbe, peraltro, rallentare il reperimento dei fondi necessari alla sua ristrutturazione. Soprattutto, questa operazione politica non lascia emergere chiaramente le garanzie dovute alla collettività (finanziarie, di gestione, di programmazione), con il rischio concreto che un Bene comune di prestigio possa disperdersi per sempre.
Per tutto ciò ci si chiede se fosse veramente necessario, per riqualificare l’attività culturale sul territorio, creare un’ulteriore struttura, che non riesce a giustificarsi sotto il profilo del buon Governo, e non risponde ai criteri di economicità, efficacia ed efficienza della Pubblica Amministrazione, senza effettivi strumenti di trasparenza e controllo, non previsti nello Statuto della Fondazione”.
Nelle foto il teatro Maugeri in due versioni: una antica ma integra ed una attuale ma danneggiata