Oggettivamente, era difficile fare peggio. Il Catania esce sconfitto dal “Liberati” di Terni al cospetto di un avversario mediocre, che non era sin qui riuscito a vincere tra le mura amiche ed aveva racimolato appena quattro punti, frutto di altrettanti pareggi. Era difficile fare peggio di così. Appena due chiare occasioni da rete (Calaiò al 26′ e Piermarteri nei minuti di recupero finali) in novanta lunghissimi minuti, un disgraziato infortunio, il diciottesimo a beneficio degli amanti delle statistiche ed un rosso, sciagurato ed imperdonabile, rimediato da Sebastian Leto. Che lascia i suoi in dieci e spacca in due la tifoseria, divisa adesso tra “favorevoli e contrari”.
Il tabellino
TERNANA-CATANIA 1-0
reti: 58′ Avenatti
TERNANA (3-5-2): 22 Brignoli; 6 Meccariello, 16 Bastrini, 17 Popescu; 13 Fazio (dal 60′ Janse), 7 Gavazzi, 10 Viola, 25 Crecco (dal 76′ Russo), 3 Vitale; 15 Bojinov (dal 65′ Ceravolo), 20 Avenatti. A disposizione: 1 Sala, 2 Janse, 14 Gagliardini, 27 Palumbo., 23 Russo, 8 Piredda, 11 Falletti, 19 Diop, 9 Ceravolo. All. Tesser
CATANIA (4-3-3): 1 Frison; 28 Parisi (dal 85′ Piermarteri), 5 Rolin (dal 18′ Odjer), 3 Spolli, 18 Monzon; 16 Calello (dal 63′ Cani), 4 Almiron, 21 Rinaudo; 10 Rosina, 9 Calaiò, 11 Leto. A disposizione: 12 Ficara, 22 Terracciano, 33 Ramos, 16 Calello, 39 Odjer, 20 Chrapek, 25 Piermateri, 27 Jankovic, 7 Marcelinho, 17 Çani. All. Sannino
Arbitro: Candussio di Cervignano del Friuli
Ammoniti: Odjer, Almiron, Leto(2), Rosina, Spolli (C); Avenatti (T)
Espulsi: Leto
Recupero: 1′ e 4′
Il commento
Il Catania getta alle ortiche una buona occasione. Contro un avversario modesto, in crisi di risultati in casa (la Ternana al “Liberati” non vinceva da ben sei mesi), non riesce a sfatare il tabù trasferta, vero handicap consolidato negli anni. Nel corso di questa stagione i rossazzurri hanno racimolato appena due punti nelle otto trasferte sin qui disputate che, calcolatrice alla mano, sono ventiquattro punti disponibili. Un ruolino di marcia disastroso, vero tallone d’Achille dei rossazzurri che non possono evidentemente pensare di acciuffare la zona playoff (né tantomeno la promozione diretta) facendo risultato solo al Massimino, dove il Catania è riuscito a collezionare 17 punti (sesto miglior piazzamento stagionale relativo agli incontri interni).
Al Catania c’è da risolvere un’altra grana, che risponde al nome di Leto. L’attaccante argentino aveva convinto nelle ultime uscite per grinta e determinazione ed era apparso quasi totalmente recuperato da un punto di vista della condizione. Dimenticate, poi, le intemperanze di inizio stagione. Che puntualmente ritornano, sotto forma di proteste rivolte al direttore di gara, evidenziando una fragilità caratteriale incompatibile con una maglia prestigiosa come quella rossazzurra. A Torre del Grifo si dovrà risolvere soprattutto questo, lavorando sulla psiche di Leto e dei suoi compagni. Che hanno offerto il massimo sforzo in dieci uomini, confermando che l’approccio alla gara era stato troppo remissivo. Come nelle altre trasferte.
Le note liete arrivano dai giovani Parisi ed Odjer, chiamati in causa in una situazione di emergenza ma pronti ad offrire il loro contributo alla causa. Il terzino classe ’95 ha acquisito maggiore consapevolezza nei propri mezzi ed è apparso più sciolto rispetto alle due precedenti uscite. Il ghanese del ’96 ha avuto un pessimo approccio alla partita ma è uscito bene nel finale, disimpegnandosi egregiamente in tre posizioni diverse nei 76 minuti durante i quali è stato chiamato in causa.
Non ci sono particolari responsabilità da attribuire a Sannino nella disfatta di Terni, se non quella di non aver creduto a Jankovic che avrebbe potuto offrire maggiore spinta e corsa rispetto a Calello, dotato di maggiori doti di interdizione e copertura rispetto al compagno. Al Massimino, tra sette giorni, sarà di scena il Bologna, oggi impegnato al Dall’Ara contro il Bari. Un appuntamento da non sbagliare, anche in virtù della classifica che è cambiata nuovamente dopo la battuta d’arresto dell’undici di Sannino. Che adesso si ritrova a quattro punti dalla zona playoff (la capolista Carpi dista 11 lunghezze) ed a due dal Varese, prima fila dell’area playout.
La cronaca
Il Catania arriva a Terni con una coperta troppo corta ai piedi e Sannino è costretto allora a fare la conta dei difensori a sua disposizione. Peruzzi, Gyomber e Sauro sono infortunati, mentre Capuano è stato appiedato dal giudice sportivo. Così, si va a pescare tra i giovani. E tocca a Tino Parisi, alla terza presenza, ricoprire il ruolo di terzino destro. Sulla corsia opposta Monzon mentre in mezzo c’è l’affidabile coppia costituita da Spolli e Rolin. A centrocampo manca Escalante – promosso a titolare da un mese a questa parte – per squalifica e Sannino chiama in causa Calello, preferito a Jankovic. In avanti Rosina gioca inizialmente lungo la stessa linea di Calaiò e Leto, all’interno di un tridente invidiato dall’intera cadetteria.
Modulo obbligato per Tesser, che si affida ancora al 3-5-2, all’interno del quale recupera Vipla, regista di squadra, che era stato vittima in settimana di una distorsione alla caviglia. A centrocampo, Valjent non è ancora al meglio e parte dalla panchina, lasciando spazio al diciannovenne Luca Crecco, in prestito dalla Lazio, di agire sulla mediana. In avanti il talentuoso uruguaiano Avenatti è preferito al più esperto Ceravolo e va far coppia con Bojinov, attaccante giramondo al rientro dalla Bulgaria.
La prima frazione di gara è essenzialmente equilibrata, con il Catania che conduce il gioco e parte meglio dell’avversario, per mezzo di un pressing molto alto che blocca la costruzione della manovra rossoverde sul nascere. Qualche errore di troppo in appaghino ed un paio di brividi in difesa, protagonisti Rolin e Monzon. Al 17′ il difensore uruguaiano si fa male e chiede il cambio. Per Sannino è un brutto affare, giacché non c’è nessun difensore di ruolo in panchina ed il tecnico di Ottaviano sceglie allora di rischiare Rinaudo in difesa, al centro della linea difensiva assieme a Spolli, concedendo una chance al giovane ghanese Odjer, a centrocampo, all’esordio stagionale. Al minuto ventisei il Catania colleziona due occasioni da rete in una manciata di secondi: prima è Brignoli, di piede, a neutralizzare la conclusione a botta sicura di Calaiò, poi è Rosina a sparare alto. L’undici di Tesser reagisce e colleziona una serie di pericolose iniziative con Fazio, Bojinov e Gavazzi senza che pero Frison debba fare gli straordinari. Sul finale della prima frazione di gara, la palla del possibile vantaggio ospite è sui piedi di Leto, che incrocia al volo mancando lo specchio della porta di pochi centimetri.
La ripresa si snoda sullo stesso canovaccio tattico della prima frazione di gara ma cambia dopo appena otto minuti. Leto subisce fallo sulla trequarti, Candussio gli concede la punizione ma l’attaccante argentino, toccato duro qualche minuti addietro da Fazio, protesta vibratamente nei confronti del direttore di gara. Che lo ammonisce e poi lo espelle per reiterate proteste condite da un faccia a faccia a dir poco minaccioso (vedi foto sopra). Sanzione giusta, nel concetto, che ribalta gli equilibri di una gara che si era incanalata nel verso giusto per gli etnei, adesso costretti a giocare in inferiorità per una buona mezz’ora. E con i nervi a fior di pelle, giacché Rosina protesta rimediando il quinto giallo dell’incontro (saranno sei a fine gara) e Cosentino deve abbandonare la panchina perché espulso. Un momento complicato del quale ne approfitta la Ternana che passa con Avenatti, libero di infilare Frison dopo aver ricevuto un filtrante di Crecco che aveva tagliato in due la retroguardia etnea. Per il Catania è un colpo durissimo. Sannino rivoluziona l’undici ed il modello di gioco, le prova tutte anche attraverso l’ingresso in campo di Cani per Calello e di Piermarteri, nel finale, per Parisi. Del Catania l’ultima occasione della gara, una debole conclusione di testa del giovane argentino da poco in campo che però non impensierisce l’estremo difensore rossoverde.
Carlo Copani