Giarre, dissesto bis già paventato nel 2019, ma per l'ex sindaco D'Anna era una fake news -
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Giarre, dissesto bis già paventato nel 2019, ma per l’ex sindaco D’Anna era una fake news

Giarre, dissesto bis già paventato nel 2019, ma per l’ex sindaco D’Anna era una fake news

Il 6 ottobre 2019, in piena era D’Anna quando si paventava il pericolo di un dissesto bis eravamo stati tacciati dall’allora sindaco. Quello che alle scorse elezioni è stato bocciato solennemente dalla città. Carmine compreso. Con un posticcio comunicato stampa aveva minimizzato i fatti provando a scaricare sul giornalista reo di avere “generato dubbi sul lavoro che si sta portando avanti per predisporre l’ipotesi di Bilancio stabilmente riequilibrato”.

Nel pezzo incriminato e giudicato come una fake news si era detto che “i rischi della mancata approvazione del bilancio stabilmente riequilibrato avrebbero aggravato il già compromesso quadro finanziario dell’ente comunale. Il Comune in dissesto dal luglio del 2018 potrebbe cronicizzare il default con gravi refluenze sulla gestione operativa del Comune, a cominciare dal blocco delle risorse destinate al personale comunale, comprese le indennità per i dirigenti comunali. Da qui l’esigenza di scongiurare l’ipotesi di un nuovo dissesto. Il secondo in poco più di un anno dal primo. Numerosi anche i rilievi evidenziati dai revisori che,  restituendo all’amministrazione la proposta di delibera, avevano rimarcato la presenza di “dati contabili non rispondenti e valori che – a parere dei revisori – non si riconciliano con i dati riportati nel Rendiconto della Gestione per l’esercizio 2017 (già approvato dall’Ente), né rispondenti con gli atti deliberativi correlati”.

D’Anna con la sua proverbiale cocciutaggine puntigliosa e bizzosa nella predetta nota stampa aveva respinto il termine “irricevibilità” dell’ipotesi di bilancio approvata dalla Giunta nel mese di marzo che è una espressione tecnicamente inesistente. Per superare un inutile stallo, abbiamo successivamente valutato insieme ai revisori, l’opportunità di predisporre una ipotesi basata su dati più concreti (pre consuntivo 2018) da inviare al Ministero cui spetta la verifica e successiva approvazione”.

Sappiamo bene poi come è andata a finire. Il ministero non ha approvato nulla, trasmettendo al contrario una corposa nota con cui ha quasi ridicolizzato l’operato dell’amministrazione che non aveva fornito tutti gli atti necessari, compreso il Dup (documento unico di programmazione). Adempimento imprescindibile, quest’ultimo, irritualmente non trasmesso. Anche un bambino di quinta elementare avrebbe fatto di meglio.

“La nostra Città – scriveva l’ex sindaco D’Anna – ha saputo porre un freno ad una dannosa deriva che non era scontato potesse interrompersi e passo dopo passo sta dimostrando di saper invertire la rotta nella direzione del risanamento e di un sostenibile rilancio”. Già il rilancio verso il basso. Più esattamente verso la deriva. Totalmente fuori rotta. E in questi giorni il suo movimento (CittàViva) ha avuto anche la faccia tosta di tappezzare la città e, usando un linguaggio sarcastico, ha mostrato la propria disponibiltà, chiedendo a Cantarella se avesse bisogno di una mano.

Sia ben chiaro il sindaco in carica non sarà Mario Draghi e i suoi limiti sono sotto gli occhi di tutti. Ma non sarà di certo D’Anna ad avere i requisiti per giudicare l’operato di Cantarella. Lui che si era presentato nel proscenio politico siglando un protocollo d’intesa per assistere gli anziani nel periodo ferragostano, che si era immolato per la causa dell’ospedale, che aveva fatto da capo treno salvo poi deragliare, perdendo il controllo della propria traiettoria… Sino alla ingloriosa fine decretata dal voto dello scorso ottobre.

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