Da palaCulture a palaPagano il passo è breve. Metti un sindaco sempre attento alle forme che però, in talune occasioni, pur di accattivarsi la simpatia o semplicemente per manifestare la propria gratitudine per essere stato scelto, due anni fa, come candidato sindaco del centro destra, riesce a scambiare una sede istituzionale per una camera di partito.
Sembra infatti che, una sala istituzionale come la “Rosario Romeo”, al primo piano del palazzo della Cultura, sia stata concessa in uso per gli auguri natalizi di un partito, l’Ncd, che sostiene la maggioranza. Del resto come avrebbe potuto dire no il sindaco ai grandi “panettoni” della politica locale, gli stessi che si stanno battendo come leoni per evitate che l’albergo Sicilia, diventi un centro per immigrati; nomi altisonanti del calibro del sotto segretario Giuseppe Castiglione e del senatore Pippo Pagano.
E così, stamattina, mentre il feretro di un signor politico d’altri tempi (Camillo Bosco) veniva relegato niente poco di meno che nel bel mezzo di un angusto ingresso “ardente” del Municipio (nello stesso luogo, dove normalmente i vigli parcheggiano le proprie moto di servizio), il sindaco ha preferito non rinunciare all’importante e imperdibile scambio di auguri in quel luogo insolito, decisamente improprio, per un conviviale natalizio, per l’appunto nella tenebrosa sala Romeo. Peggio. Non è neppure intervenuto, anche per un solo un saluto istituzionale, durante il rito funebre civile di una figura di primo piano come Bosco.
Tornando al conviviale, quella di stamattina è stata una scelta straordinaria che in fondo non ci stupisce in quanto rispecchia pienamente quello stile spocchioso ostentato in ogni circostanza. Del resto è noto a tutti che taluni politici, i cosiddetti “pippi”, da quarant’anni decidono le sorti della città, più o meno, con delle operazioni di mistificazione politica, scambi di poltrone in nome di un unico principio fondamentale e imprescindibile: l’opportunismo politico che ha caratterizzato la storia di questa città. E allora, perché scandalizzarsi di una riunione natalizia in un luogo istituzionale? Loro, sono di casa ovunque.
Resta solo di organizzare, in futuro, qualche altro evento, magari nell’aula consiliare, con una serata “salti&parti” con i castelli gonfiabili e grandi materassi di gomma riempiti d’aria per saltellare su e giù come i bambini o come fanno in politica: di scranno in scranno, di poltrona in poltrona, nella Giarre contemporanea, sempre più triste, passata da colonia di Bronte ad un polveroso, anonimo villaggio fantasma.
E allora: auguri a tutti di buon Natale. A proposito, per la cronaca, i panettoni che si sono scambiati stamattina non potevano che essere di una sola marca: Motta. Esattamente come Giarre.