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Giarre, bastone e carota per i dirigenti comunali

Giarre, bastone e carota per i dirigenti comunali

Un colpo al cerchio ed uno alla botte. La disamina tracciata dal nucleo di valutazione dei dirigenti in riferimento alle attività svolte nel secondo semestre del 2013, evidenzia dunque la consueta connotazione. Consueta perché tipica di un modus operandi teso a non calcare troppo la mano, al fine, probabilmente, di preservare l’ordine delineatosi.

Infatti, se è vero che in più punti della relazione (scarica la relazione Nucleo di Valutazione) si evince l’intenzione di disapprovare e dunque di bocciare la metodologia di lavoro posta in essere dai dirigenti, è anche innegabile che alcuni passaggi del resoconto tendono ad assolvere le figure a capo delle varie aree. Nel complesso, il bilancio è sicuramente negativo poiché viene rimarcata l’assenza di collaborazione tra le varie aree. In particolare, dal giudizio formulato traspare la volontà di criticare l’inottemperanza, da parte dei dirigenti, al principio di cooperazione in sinergia.

Si parla infatti di una tendenza, da parte dei dirigenti, ad operare a compartimenti stagni. Tuttavia, nell’esordio della relazione, è possibile riscontrare come non siano state risparmiate parole di elogio sulle competenze tecniche e sulle potenzialità dei responsabili delle aree deputate all’erogazione di servizi per la collettività. Non è mancata comunque la critica relativa non solo all’incomunicabilità tra le varie aree ma anche a carenze in materia di organizzazione del lavoro del personale appartenente alle varie aree. Nello specifico, è stata precisata la necessità di approntare progetti formativi ed incentivanti.

L’elenco delle bacchettate riservate ai dirigenti non si è però esaurito. È stata infatti sottolineata una tendenza dei “soprintendenti” dei vari settori a non adempiere alle scadenze previste sia dalle disposizioni normative vigenti che dalle normative riconducibili alle disposizioni interne emanate dagli organismi amministrativi di vertice. Su questo punto in questione, sicuramente i dirigenti possono impugnare un alibi di ferro come la farraginosità della burocrazia o la carenza di risorse per ottemperare a certi termini.

Non da sottovalutare è anche la “reprimenda” riguardante l’esecrabile vezzo dei dirigenti di attribuire responsabilità ai colleghi o addirittura ai propri collaboratori. Alla luce di questa osservazione, un interrogativo è d’obbligo. Non sarebbe più opportuno un confronto tra i vari pezzi del puzzle? Non sarebbe opportuna la calendarizzazione di riunioni collegiali che coinvolgano soprattutto le aree più affini, in nome di una aggregazione di competenze che maturi anche all’insegna del superamento delle conflittualità? In tempi di penuria di risorse economiche,  la convergenza delle idee partorite dalle risorse umane potrebbe disegnare nuove ed interessanti prospettive.

Esplicitato ciò, non può non suscitare perplessità quello che assurge ad una sorta di giudizio finale. A ridosso della conclusione della relazione si precisa infatti che, tuttavia, considerato che il PEG (Piano Economico di Gestione) non era stato approvato nel periodo di valutazione in questione e che dunque l’attività amministrativa veniva svolta a seguito di disposizioni fornite dall’amministrazione comunale in ordine a determinate priorità, il Nucleo potesse comunque esprimere una valutazione sufficiente (fatta eccezione per qualcuno), “essendo stati raggiunti o parzialmente raggiunti” gli obiettivi fissati dalla Giunta Municipale. In chiusura di relazione, si delinea poi un invito, da parte del Nucleo di Valutazione, a porre in essere azioni finalizzate al miglioramento della qualità dei servizi oltre che all’ottimizzazione del lavoro e al miglioramento dello spirito di gruppo.

Risulta dunque evidente l’ambiguità che scandisce il testo formulato. Non si può infatti non rilevare un’evidente incongruenza quando, alle critiche mosse in materia di inottemperanza a degli imprescindibili obblighi professionali, si accompagna un giudizio teso ad evidenziare un complessivo raggiungimento degli obiettivi. Pertanto, quella che apparentemente suona come una bocciatura dell’operato dei Dirigenti, assume più che altro le caratteristiche di un ammonimento per il futuro. Ma forse, in tempi di crisi, certe considerazioni dense di “ibrido” dovrebbero lasciare spazio a prese di posizione più nette.

Umberto Trovato

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