Tentato omicidio di S.G. la Punta, arrestato autore VIDEO -
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Tentato omicidio di S.G. la Punta, arrestato autore VIDEO

Tentato omicidio di S.G. la Punta, arrestato autore VIDEO

PAPPALARDO Filadelfo bisNella tarda serata di ieri, la Polizia di Stato ha dato esecuzione a decreto di fermo di indiziato di delitto emesso in pari data dalla Procura della Repubblica di Catania, nei confronti di Filadelfo Pappalardo, 43enne, pregiudicato, già sottoposto al regime della detenzione domiciliare per reati in materia di armi, gravemente indiziato dei reati di tentato omicidio aggravato, detenzione, porto illegale di arma clandestina e ricettazione.

Il fermo accoglie gli esiti di indagini condotte dalla Squadra Mobile a seguito del tentato omicidio in pregiudizio di Francesco Pistone, detto Franco (55enne) (leggi l’articolo San Giovanni la Punta, agguato in strada. Il profilo della vittima)– già condannato per il reato di associazione mafiosa in quanto appartenente al clan Laudani – perpetrato la sera del 15 gennaio decorso, che hanno consentito di acquisire univoci e concordanti elementi di reità nei confronti del Pappalardo.

Sabato 17 gennaio, personale della Squadra Mobile di Catania procedeva ad eseguire perquisizione domiciliare presso l’abitazione di Filadelfo Pappalardo, pregiudicato di San Giovanni La Punta, affetto da una grave patologia che lo costringe alla sedia a rotelle, avendo fondato motivo di ritenere che vi fossero detenute armi. La perquisizione dava esito negativo per ciò che concerne la ricerca di armi o munizioni; tuttavia, l’attenzione degli operatori della Squadra Mobile si incentrava su due sacchi per la raccolta di rifiuti riposti all’interno dell’abitazione, ove si rilevava la presenza di indumenti ed un forte odore di alcool. Insospettiti da quanto rilevato all’interno dell’abitazione, con l’ausilio di personale del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica, gli uomini della Mobile procedevano a svuotare i citati sacchi ove venivano rinvenuti uno scaldacollo di colore nero tagliato in varie parti, un paio di jeans tagliati, un cappellino di colore nero recante una scritta bianca anch’esso tagliato. Inoltre, memorizzata nello smartphone del Pappalardo, si rilevava un’immagine fotografica, inviata ad un profilo “Whats App” il pomeriggio del 15 gennaio, che lo vedeva indossare un giubbotto sportivo di color azzurro chiaro, con la parte superiore più scura, compatibile, secondo le prime ricostruzioni dei fatti, con quelli dell’ignoto autore del tentato omicidio di Pistone. Detto giubbotto non veniva rinvenuto all’interno dell’abitazione, e del resto il Pappalardo non forniva spiegazioni plausibili circa il posto dove poteva trovarsi.

Orbene, detti indumenti apparivano compatibili con quelli utilizzati dall’ignoto killer che intorno alle ore 19.30 del 15 gennaio aveva esploso colpi d’arma da fuoco all’indirizzo di Franco Pistone. Atteso che la dimora del Pappalardo risultava a breve distanza dal luogo teatro del fatto di sangue, personale della Squadra Mobile procedeva a visionare un impianto di video-sorveglianza collocato nella strada ove insiste l’abitazione del Pappalardo: dalle immagini rilevate si notava un individuo dalla corporatura snella, percorrere correndo la citata via in direzione di viale della Regione per poi ritornare, pochi minuti più tardi, con fare meno spedito, in direzione dell’abitazione del predetto Pappalardo. L’individuo indossava un giubbotto, un paio di jeans, un cappellino e delle scarpe ginniche, queste ultime compatibili con quelle indossate dal Pappalardo all’atto della perquisizione.

Le attività investigative, coordinate dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, permettevano di acquisire un grave quadro indiziario nei confronti del Pappalardo il quale, condotto negli uffici della Squadra Mobile, nel pomeriggio di ieri, dopo aver reso spontanee dichiarazioni confessorie, in serata le ha confermate nel corso di interrogatorio reso al P.M. della Procura Distrettuale della Repubblica, specificando che all’origine del gesto vi erano ragioni di carattere personale legate alla sua relazione con una donna. Il predetto Pappalardo, deciso a commettere il delitto, per superare il suo handicap fisico aveva assunto un consistente quantitativo di morfina che gli ha consentito di deambulare per recarsi, con un’arma che deteneva illegalmente a casa, sul luogo ove sapeva trovarsi il Pistone ed esplodere al suo indirizzo diversi colpi d’arma da fuoco. L’arma da fuoco, una cal.7,65, è stata recuperata e sottoposta a sequestro.

Espletate le formalità di rito, Pappalardo è stato associato presso la Casa Circondariale di Piazza Lanza.

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