Gli effetti negativi della riforma della Giustizia si ripercuotono pesantemente nell’hinterland catanese, a tal punto che l’ufficio del Giudice di Pace di Mascalucia rischia la propria sopravvivenza. Questo è quanto dichiara la presidenza della Federconsumatori Etna Sud di Mascalucia, promotrice, due anni fa, della proposta di realizzare il Consorzio tra i Comuni ricadenti all’interno del bacino di utenza raccolto intorno a questo presidio di legalità con sede a Mascalucia, all’indomani dei primi provvedimenti del Governo sulla soppressione di oltre 600 Uffici del Giudice di Pace in Italia. Provvedimenti che davano ai Comuni la competenza per la gestione amministrativa e tecnica sul mantenimento di questi “mini tribunali”, in ossequio alle scellerate spending review e ai tagli orizzontali sulla spesa pubblica.
La Federconsumatori, per potere garantire ad un’ampia fascia della popolazione pedemontana un facile accesso alla giustizia di primo livello, aveva proposto che Mascalucia – pur possedendo i requisiti previsti dalla normativa per continuare ad esistere – accorpasse anche il Giudice di pace di Trecastagni che abbracciava quattro Comuni fino a Zafferana Etnea e quello di Belpasso, il cui mandamento si riduce a tre Comuni, compresi Camporotondo Etneo e Nicolosi. Questa ipotesi non ha avuto alcun seguito, nonostante la previsione di una forte ottimizzazione dei costi e delle risorse umane per il consorzio composto da oltre quindici Comuni.
Il mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace di Mascalucia è stato ratificato – a fronte del formale impegno del Consorzio di provvedere alla sua gestione – nel marzo del 2014 con decreto del Ministero della Giustizia. Il superstite consorzio comprende Mascalucia, San Pietro Clarenza, Gravina di Catania, San Giovanni la Punta, Sant’Agata li Battiati e Tremestieri Etneo.
“In un primo momento i Comuni aderenti si sono fatti carico dei costi di gestione e del personale della cancelleria, grazie anche al costante impegno del sindaco di Mascalucia Giovanni Leonardi il quale ha messo a disposizione il piano terra del soppresso tribunale ed un’unità di personale per poter adeguatamente ospitare questo presidio di legalità ma – si legge in una nota di Federconsumatori –, in particolare nei Comuni di Tremestieri e Sant’Agata li Battiati, sono forti le resistenze sia sull’impegno economico e sul personale promesso, di cui una unità da anni distaccata in Cancelleria. Resistenza che fanno intendere un loro possibile disimpegno al riguardo. In buona sostanza, nel tempo ci sono state molte discussioni e poco costrutto da parte degli amministratori i quali, con il pretesto delle poche risorse a loro disposizione, hanno preferito disertare il tavolo di lavoro e conseguentemente abbandonare i propri cittadini, che oggi sarebbero costretti a rivolgersi al Giudice di Pace di Catania, nella cui caotica e ingolfata sede di via Renato Imbriani. Peccato che, in quella sede, i tempi medi per arrivare a sentenza sul più semplice dei ricorsi si aggiri intorno ai tre anni, con diverse udienze ed una sensibile lievitazione dei costi della causa. Di fatto, un simile atteggiamento da burocrati attenti a tagliare con precisione chirurgica solo i costi di giustizia, nulla tagliando a luminarie e festini vari, si ripercuote negativamente sui cittadini e sarebbe un grave atto, lesivo dei diritti costituzionali per la collettività ivi residente, nonché un gesto di disinteresse al diritto di accesso alla giustizia”.
Michele Milazzo