Ci risiamo. A Fiumefreddo di Sicilia si torna a parlare del solito problema estivo che ormai è una costante accentuata da un decennio a questa parte: la mancanza d’acqua. Giungono infatti diverse lamentele da parte dei cittadini per i molti disservizi in alcuni quartieri e zone del paese. “Siamo esausti – afferma un comune cittadino – non riusciamo ad avere acqua potabile da quasi dieci giorni a Diana nonostante abbiamo vasca e autoclave. L’amministrazione comunale non sta assolutamente gestendo il problema in modo adeguato e ci sentiamo abbandonati a noi stessi”.

I problemi idrici riguardano, però, anche altre zone del paese, estese a macchia di leopardo. E’ una situazione paradossale quella del comune fiumefreddese che nella sua nomenclatura annovera il termine “fiume” ma che invece soffre di una piaga particolarmente grave come la mancanza di un bene primario qual è l’acqua.

“Apprendiamo delle difficoltà dei cittadini – commenta il sindaco Angelo Torrisi – e ci siamo mossi come sempre nel più breve tempo possibile. Abbiamo richiesto un flusso d’acqua maggiore alla Bufardo, l’autobotte verrà revisionata lunedì ma è ugualmente utilizzabile per rifornire le vasche ciò nonostante il problema maggiore rimangono gli operai del comune, allo stato attuale soltanto due. Inoltre con la Polizia Municipale siamo intervenuti in alcune zone per fermare l’uso indiscriminato di acqua potabile come anche effettuato alcune riparazioni in parti vetuste della rete idrica. Stamane è stata un po’ riequilibrata la situazione attraverso la regolazione degli impianti centrali. La passata amministrazione ha lasciato un progetto esecutivo di acquedotto ottimale del costo di circa 7 milioni di euro e cercheremo di provare a realizzarlo se ci sarà la possibilità di partecipare ad un bando tramite il PNRR”.

La mente ci riporta al compianto Vito D’Amico, geniale meccanico amministratore della C.M.S. Costruzioni Meccaniche Speciali, che si è sempre occupato dei lavori per l’acquedotto fiumefreddese risolvendo spesso questi problemi e che ancora oggi molti cittadini rimpiangono.

Alessandro Famà