Nell’ambito dell’operazione “Natale Sereno” predisposta dal Comando Provinciale Carabinieri di Catania, i Carabinieri della Compagnia di Acireale hanno effettuato un mirato controllo del territorio, volto in particolare, al contrasto sia della criminalità ambientale e alla tutela delle bellezze naturalistiche che caratterizzano la “terra delle Aci”, ai piedi dell’Etna, sia del fenomeno della ricettazione di pezzi di ricambio rubati.
Nel frangente, il servizio è stato effettuato con l’ausilio dei colleghi della CIO del 12° Reggimento Sicilia, del Nucleo Operativo Ecologico e del 12° Nucleo Elicotteri di Catania, che hanno messo a disposizione uno dei loro velivoli, per effettuare una ricognizione aerea dell’area interessata dai controlli, proprio per meglio prevenire e reprimere quelle forme di abuso sul territorio, spesso appannaggio degli interessi economici della criminalità organizzata.
In tale contesto operativo, i militari dell’Arma, dopo un attento monitoraggio della zona, hanno posto sotto la loro lente d’ingrandimento un vasto terreno nel Comune di Aci Sant’Antonio, a poca distanza dell’autostrada E45, non visibile da terra poichè nascosto da alti e fitti eucalipti lungo tutto il perimetro, su cui erano accantonati rottami e carcasse di veicoli di ogni tipo.
Davanti a questo scenario, sono in primo luogo scattati gli approfondimenti “sulle carte”, da cui sono subito emersi dati incoerenti con quanto invece direttamente constatato dai Carabinieri; nello specifico dagli accertamenti documentali esperiti, risultava addirittura che l’area in questione fosse stata registrata come terreno adibito ad uso agricolo, nello specifico coltivato a “vigneto”.
A questo punto, i militari hanno realizzato che si trovavano di fronte ad una vera e propria discarica abusiva e centro di autodemolizione, tutt’altro rispetto ad un terreno agricolo. Cosa ancora più grave, il fatto che l’intera area sorge in una località sottoposta a vincolo archeologico e paesaggistico.
I militari dell’Arma, pertanto, hanno fatto accesso al sito, al termine di un viale sterrato di campagna, chiuso da un grande cancello e da una recinzione che impediva di guardare all’interno, trovandosi appunto di fronte ad vero e proprio “immondezzaio” di oltre 900 metri quadri, al cui interno erano accantonate auto, parzialmente o totalmente smontate, pezzi di ricambio, centraline, autoradio, parti meccaniche e targhe, accatastate le une sulle altre, al punto da rendere difficoltoso anche il passaggio.
Sul posto, gli operanti hanno trovato un 32enne giarrese con precedenti di polizia, il figlio del proprietario del terreno, che non ha saputo giustificare quel “cimitero di rottami”, risultando altresì sprovvisto di qualsiasi autorizzazione per lo smaltimento di rifiuti, confermando così l’ipotesi che si trattasse di un’attività completamente abusiva.
I militari hanno poi esteso il controllo all’intera area, dove hanno anche accertato la presenza di rifiuti pericolosi, in plastica ed in ferro, derivanti dallo smontaggio delle autovetture, nonché uno scarico incontrollato di acque reflue industriali sul terreno, senza alcun trattamento depurativo, il tutto sempre abusivo.
Per l’intera giornata, le pattuglie hanno, poi, scandagliato le auto e le targhe presenti nell’autodemolizione illecita, scovando così 2 veicoli provento di furto, il primo ancora integro, di proprietà di una società di autonoleggio, rubato a Catania appena tre giorni prima, il secondo già parzialmente smontato, asportato a fine novembre a Giardini Naxos ad un turista italiano residente in Germania. Sia il proprietario del fondo che il gestore della discarica abusiva, padre e figlio, sono stati pertanto denunciati per i “reati in materia ambientale” e per “ricettazione”.
Infine, approfondendo il controllo assieme ai tecnici della società “Acqua di Casalotto”, che si occupa della distribuzione di acqua sul territorio, i Carabinieri hanno rilevato anche l’allaccio abusivo alla rete idrica pubblica, pertanto per i due è scattata anche la denuncia per “furto aggravato”.
L’intera area è stata sottoposta a sequestro, compreso tutto il materiale rinvenuto all’interno, mentre le due macchine rubate sono state restituite ai legittimi proprietari.
L’attività odierna, volta a tutelare il patrimonio ambientale del territorio, si inserisce altresì in una mirata campagna di contrasto al mercato nero dei pezzi di ricambi rubati, avviata sin dalla scorsa primavera. Al riguardo i Carabinieri, dopo aver “passato al setaccio”, in città e in provincia, diversi autodemolitori, officine e auto-ricambisti, alcuni dei quali assolutamente abusivi o non perfettamente in regola, hanno finora operato 7 arresti in flagranza e 18 denunce a piede libero, contestando in alcuni casi anche violazioni in materia ambientale, connesse alla gestione e smaltimento dei rifiuti speciali.