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Randazzo, il Comune sciolto per infiltrazioni mafiose

Randazzo, il Comune sciolto per infiltrazioni mafiose

Una morsa di infiltrazioni mafiose e di malaffare negli ultimi anni avrebbe stretto Randazzo in un abbraccio fatale che ha portato il Governo a un gesto senza precedenti per la tranquilla cittadina: lo scioglimento del Consiglio Comunale. Una decisione che getta, di fatto, un’ombra oscura sulla governance locale guidata dal sindaco Francesco Sgroi

Nel 33° anno di applicazione della Legge 221/1991, dopo Caivano (ultimo Comune ad essere stato sciolto per criminalità, nel 2023), al termine di un complesso procedimento di accertamento, visti gli elementi e le circostanze la Commissione d’indagine ha convinto il Consiglio dei Ministri a deliberare lo scioglimento. Randazzo è il primo Comune d’Italia ad essere sciolto per mafia nel 2024. La decisione è arrivata da Roma dopo lunghe indagini da parte di una commissione prefettizia e delle forze dell’ordine che hanno rilevato gravi irregolarità.

Cerchiamo di ricostruire la cronaca, in base anche alle notizie trapelate. La riunione del Comitato Provinciale per l’ordine e la Sicurezza Pubblica, tenutasi il 24 febbraio 2023, con la partecipazione del Procuratore della Repubblica – DDA e della DIA, ha deliberato di far svolgere accertamenti mirati ed approfondimenti per verificare la sussistenza di collegamenti effettivi, diretti e indiretti, con la criminalità organizzata, oppure di forme di condizionamento degli organi elettivi ed amministrativi del Comune di Randazzo, tali da configurare i presupposti di collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata.

Sembrava un’ispezione innocua e senza conseguenze, quella avviata il 16 marzo 2023 dal Prefetto di Catania sulla scorta degli esiti dell’operazione “Terra bruciata”.

L’accesso ispettivo al Comune di Randazzo (CT) è stato avviato per “verificare eventuali concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare degli Amministratori”. Le investigazioni degli inquirenti avrebbero fatto emergere anche influenze criminali esercitate su alcuni rappresentanti dell’amministrazione comunale di Randazzo (CT) i quali, in occasione delle elezioni amministrative del 2018, avrebbero anche promesso “disponibilità” ad appartenenti al sodalizio in cambio di voti a proprio favore. Queste informazioni risultano pure dalla relazione semestrale del Ministro dell’Interno al Parlamento sull’attività svolta e risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia (luglio-dicembre 2022).

Come ci si aspettava, la notizia ha generato reazioni contrastanti tra i cittadini, divisi fra rabbia e speranza. alcuni sostengono la decisione del governo come un passo cruciale per liberare la città dalla morsa della criminalità subdola e dal malaffare, mentre altri sono scossi dall’incredulità.

Il prossimo passo prevede la nomina di 3 commissari prefettizi che assumeranno temporaneamente le funzioni del Consiglio comunale sciolto e della Giunta, garantendo la continuità dell’attività amministrativa ordinaria e predisponendo le condizioni di legalità per la convocazione di nuove elezioni. Nel frattempo, le indagini delle forze dell’ordine e della magistratura proseguiranno, con l’obiettivo di fare piena luce su eventuali responsabilità penali.

Il pensiero diffuso, al di là delle indagini e delle conseguenze penali, è che Randazzo, ora più che mai, debba guardare al futuro con la speranza di un rinnovamento, puntando al superamento di un momento storico segnato da questa brutta pagina di illegalità, che ha macchiato indelebilmente una città dal passato glorioso.

Corrado Petralia

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