Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota stampa di Europa Verde Sicilia e del suo circolo acese che pone una serie di interrogativi, anche alla luce del recente incendio che ha devastato oltre 10 ettari di Timpa ad Acireale, e sui quali si auspica che le Amministrazioni interessate pongano l’attenzione dovuta.
“Vogliamo prendere spunto dal vasto incendio del 13 settembre scorso, che ha distrutto circa 10 ettari della ricca vegetazione di macchia mediterranea della riserva naturale “La Timpa” per denunciare lo stato di abbandono di uno dei più importanti siti di interesse geologico e naturalistico, indispensabile per preservare l’ambiente naturale del territorio acese e dell’intera regione.
Si tratta di un bene, dichiarato dall’amministrazione comunale, nella relazione di inizio mandato del sindaco, “strategico” per lo sviluppo turistico della città di Acireale, per il quale, quest’ultima, sta acquisendo una parte del territorio con fondi provenienti da un bando PNRR.
Pertanto riteniamo essenziale che il Comune inizi ad attivarsi fattivamente per acquisirlo nelle migliori condizioni possibili, ma l’Ente gestore, l’ex Azienda Foreste Demaniali oggi Servizio per il territorio di Catania, sembra che non sia nelle condizioni di preservare questo polmone naturalistico.
Visto che consideriamo anche noi la Riserva un elemento strategico per lo sviluppo economico e per la conservazione dell’ambiente, sempre più insidiato dai cambiamenti climatici, sembra opportuno porre legittime domande all’Ente gestore, quindi alla Regione Siciliana, e all’amministrazione comunale, quest’ultima in qualità di responsabile della gestione della zona B e futuro proprietario di una parte rilevante della zona A, la cosiddetta “Gazzena”:
Come sono coordinati questi due Enti in questi ultimi anni per garantire l’integrità della Riserva?
L’Ente gestore ha ottemperato per quanto riguarda i compiti previsti dall’art.6, in particolare a fornire gli elementi per piano di sistemazione, fondamentale per la corretta gestione e fruizione della riserva, e dall’art. 9, relativo ai pianti antincendio di cui all’art. 34 della L.r. 16/96, previsti per la zona A dal decreto 23 aprile 1999, istitutivo della Riserva?
L’amministrazione comunale ha predisposto il “Piano di utilizzazione” delle zone B, previsto dall’art.3 del regolamento allegato al decreto istitutivo, indispensabile per la corretta gestione anche della zona A?
Nel piano antincendio predisposto ai sensi del predetto art. 34 della legge degli ultimi anni perché non è stato riconfermato il posto di avvistamento degli incendi per la Riserva della Timpa di Acireale, assicurato fino a qualche anno fa?
In base al comunicato ufficiale dei Vigili del Fuoco si nota che, diplomaticamente, tra i soggetti intervenuti nell’incendio del 13 u.s., vengono elencati anche il corpo forestale e la protezione civile, ma si capisce che la parte principale operativa l’hanno avuta i VVF. Perché il Corpo forestale regionale non è in grado di monitorare e di intervenire autonomamente per preservare l’integrità di una riserva di competenza regionale?
Infine, ma non per importanza, vogliamo sottolineare che i territori che sono stati interessati l’anno scorso dagli incendi, altrettanto disastrosi, e che hanno riguardato la parte della Riserva, riconducibile alla frazione di Santa Tecla, non sono stati adeguatamente delimitati e censiti, come previsto dalla legge regionale n. 13 del 2022, che inoltre prevede la nomina di commissari regionali in caso di inadempienza. Pertanto vigileremo sul puntuale rispetto della legge, per evitare qualsiasi abuso sui terreni percorsi dal fuoco.
Ci teniamo a precisare che in passato il territorio della Riserva è stato già soggetto all’azione devastante del fuoco e probabilmente per fatti dolosi, come sembra che sia anche per l’ultimo incendio, e che i cittadini che abitano il territorio notano da anni il degrado delle zone circostanti la riserva, che sono sempre più disseminate di micro e macro discariche di rifiuti di ogni genere non controllate dall’amministrazione comunale, complice anche l’abbandono colpevole delle strutture termali di proprietà della Regione Siciliana, le cui nuove strutture sorgono a pochi passi dai confini della Riserva, edifici fatiscenti e vandalizzati che da anni sono diventati ricettacolo di ogni sorta di rifiuto”.
Mauro Mangano co-portavoce regionale Europa Verde Sicilia
Antonella Ingianni co-portavoce regionale Europa Verde Sicilia
Maria Palazzolo co-portavoce Europa Verde Catania
Alfio Pennisi – Portavoce del circolo Europa Verde Acireale
Alfina Bertè – Portavoce del circolo Europa Verde Acireale
Rosario D’Anna – Portavoce del circolo Europa Verde Acireale