E’ rimasto fermo ad aprile 2018 il calendario appeso nella sala pranzo dell’Ipab casa di riposo Marano.
Un futuro calendario in questa struttura potrà esservi appeso da un privato: il presidente del cda, Sebastiano Russo, infatti, è giunto alla conclusione che non c’è un destino alternativo alla vendita della struttura di via Luigi Orlando.
I locali odorano di chiuso e di umidità. I bagni sono stati devastati dai ladri di rame, ferro e non si sa cosa che sono entrati dentro l’immobile per ben quattro volte. Gli spazi a verde hanno beneficiato della manutenzione gratuita offerta dall’Iis Leonardo, sede Mazzei, grazie alla disponibilità della dirigente Tiziana D’Anna. L’ampio corridoio, le sale, tutto è impolverato e dà una sensazione ricorrente a Giarre: quella di qualcosa che è stato, poteva ancora essere, ma non sarà.
L’opera pia era nata nel dopoguerra per operare come centro di accoglienza per assistenza temporanea di anziani e soggetti bisognosi in memoria di Leonardo Marano. Ma negli ultimi 30 anni il suo declino è stato inesorabile, anche per via dei debiti che ha accumulato, colpa anche degli enti locali che non pagavano le rette dei degenti ricoverati e di una legislazione regionale ingessata che non ha saputo trovare un futuro per questi enti del passato.
Il presidente Russo ha scritto al sindaco Leo Cantarella per illustrare i passi da compiere per poter giungere alla vendita dell’immobile. Il Comune di Giarre è tra i debitori dell’Ipab Marano.
Primo presupposto per potere avviare l’iter di una gara è l’attivazione di un sito internet dove pubblicare gli avvisi e adempiere a tutti gli obblighi normativi di pubblicità e trasparenza a cui sono sottoposti gli enti pubblici. Secondo passo da compiere è stimare il valore della struttura e del terreno annesso, terreno peraltro edificabile. Di seguito si dovrà fissare una base d’asta che non rappresenti per questo immobile una svendita. Infine, si dovrà chiedere all’assessorato regionale alla famiglia l’autorizzazione alla vendita dell’immobile.
Secondo Russo occorre anche che, in qualche modo, si preservi la memoria di Marano che con il suo lascito aveva permesso la realizzazione dell’Ipab. Riuscendo a vendere l’immobile si potrebbe saldare almeno parte debiti dell’Ipab, un debito stratosferico di svariate centinaia di migliaia di euro, accumulato soprattutto nei confronti del personale dipendente o delle cooperative che vi hanno lavorato.
Sebastiano Russo sta compiendo tutto questo lavoro a titolo gratuito. Se dovesse dimettersi dovrebbe essere nominato dalla Regione che non svolgerebbe, di certo, un lavoro gratuitamente. Per motivi vari sono venuti meno vari membri del cda e questo ha reso tutto sempre più difficile. In passato, si era anche cercato di affittare la struttura: 3 operatori l’avevano visitata, uno solo aveva manifestato interesse per poi ritirarsi al momento della firma del contratto.
Maria Gabriella Leonardi