In questi giorni, nell’ambito del progetto di diffusione della Cultura della Legalità tra i giovani, i militari della Compagnia di Randazzo hanno incontrato gli alunni delle classi quarta e quinta elementare e della prima e seconda media inferiore dell’Istituto Comprensivo “Calì” di Linguaglossa, con i quali hanno affrontato i temi del bullismo e del cyberbullismo.
Dopo una breve introduzione all’argomento a cura della Dirigente Scolastica, il Comandante della Compagnia, Capitano Luca D’Ambrosio, affiancato dal Comandate della Stazione del paese, Maresciallo Capo Filippo Bonaventura, ha guidato l’intervento con la proiezione di alcune slide, in modo da raggiungere in modo chiaro, semplice e diretto il giovane uditorio.
Partendo dal significato di bullismo e cyberbullismo, i Carabinieri hanno illustrato gli strumenti e le modalità adoperati da chi mette in atto questi comportamenti prevaricatori, rimarcando il ruolo e le responsabilità di ciascuno, chiamato a non rimanere mai indifferente dinanzi a questi atti di violenza, che sono veri e propri reati.
In relazione al cyberbullismo, i militari dell’Arma hanno voluto far comprendere ai giovani studenti quanto possa essere amplificata la portata di questi atteggiamenti quando vengono divulgati in rete e diventano virali, cioè accessibili a tutti. Gli effetti devastanti si manifestano sulla psiche della giovane vittima e spesso vengono sottovalutati da chi li mette in atto, che si illude che la sua “bravata” resti confinata al mondo virtuale, senza ripercussioni reali.
Ai ragazzi intervenuti sono stati anche suggeriti alcuni modi efficaci per proteggere e proteggersi: aprire il proprio gruppo alla vittima, coltivare relazioni gentili ed empatiche e non vergognarsi di chiedere aiuto ad un adulto di cui ci si fida, un insegnante, un familiare, ma anche, un appartenente alle forze dell’ordine.
Sempre in tema di “rete”, per far sì che i giovani possano approcciarsi in maniera sicura allo strumento che permette loro di connettersi col mondo intero, sono state indicate anche le strategie per proteggere i propri dati personali, rammentando loro che, una volta che un documento, una foto, un messaggio, viene immesso in rete, potrebbe non essere più possibile eliminarlo.
Grande è stato il coinvolgimento anche degli insegnanti oltre che degli studenti, i quali hanno raccontato esperienze di vita vissuta, non facendo mancare riflessioni e domande, soprattutto volte a capire come aiutare, in concreto, chi è vittima di bullismo.