I giorni della tipografia e delle bozze da correggere, i pezzi che componevi alla macchina da scrivere prima e, poi al computer…

Sembrano immagini di una epoca lontana, se messa confronto con i ritmi pazzeschi del digitale… Eppure, da queste immagini emerge la vetta della cultura… Era la “terza pagina”… era la pagina dove Carmelo Belfiore, da cultore di storia, di conoscenza come valore da condividere, era un collaboratore assiduo… “Avrei un articolo da proporre… c’è spazio?”. Era una richiesta pacata, quasi in punta dei piedi… ed era sempre ben accolta…

In una famiglia, quella del Gazzettino, ogni contributo è sempre stato accolto con attenzione e gratitudine… Per il prof. Belfiore “esserci”, sia sulla “Terza pagina” che su quella di Giarre, era motivo di orgoglio… Il sabato, all’uscita in edicola del Gazzettino, la telefonata arrivava presto… “Grazie, ho appena visto l’articolo… è venuto benissimo. Grazie ancora!”.

Per lui era sempre una gioia vedere il frutto del suo impegno stampato nero su bianco… per noi tutti era motivo di gratitudine perché potevano ampliare le nostre conoscenze in ambiti culturali sempre nuovi…

Adesso stava preparando un nuovo lavoro, una pubblicazione che avremmo voluto recensire e raccontare se il destino non avesse deciso diversamente. Ci restano le lacrime, ci restano i ricordi, resta il senso di vuoto dentro di noi… La “grande famiglia del Gazzettino”, oggi, è un po’ più piccola… E la “Terza pagina”, priva di una delle sue penne puntuali e precise, è improvvisamente vuota, orfana del prof. Carmelo Belfiore.