Luigi Di Pino è stato ospite per una sera del locale “Fotoclub”, dove ha proposto uno dei cavalli di battaglia del suo “padre ispiratore” Orazio Strano, in occasione del “ritrovamento”, nella cittadina turistica, del relativo cartellone, acquistato dall’elettricista Nino Vadalà poco prima che l’indimenticabile artista di strada ripostese morisse
Ancora una volta il “Fotoclub” di Giardini Naxos si è reso artefice di una gradevolissima serata tra arte, cultura e buona cucina grazie all’impegno organizzativo ed alle relazioni sociali del suo infaticabile presidente Angelo Savoca. Stavolta quest’ultimo ha messo a segno un autentico “colpaccio”. Perché non è da tutti avere ospite un personaggio del calibro di Luigi Di Pino, ossia il famoso “cantastorie”, indiscusso erede artistico del suo illustre concittadino di Riposto Orazio Strano, indimenticabile narratore, sulle piazze dei vari paesini siciliani, di appassionanti vicende popolari e fatti di cronaca, sceneggiati con testi, musiche e coloratissime raffigurazioni pittoriche. Di Pino ha avuto il merito di perpetuare questa particolare forma espressiva, facendola conoscere in tutto il mondo tramite i suoi richiestissimi concerti e recital.
Al “Fotoclub Naxos”, in particolare, il “Cantastorie del Terzo Millennio” ha regalato una sua applauditissima performance nei locali del rinomato ristorante-pizzeria “La Taverna” (del quale il presidente Savoca è il titolare), al termine di un incontro conviviale cui hanno preso parte, oltre ai dirigenti ed ai soci del sodalizio giardinese di fotoamatori, anche numerosi giornalisti, operatori culturali ed, ovviamente, estimatori del maestro Di Pino e della sua originale, pur attingendo alla tradizione, proposta artistica.
Tutto è nato dall’aver Angelo Savoca casualmente appreso che uno dei tabelloni utilizzati da Orazio Strano per le sue “cantastoriate” è oggi di proprietà di Nino Vadalà, stimato e colto elettricista in pensione di Giardini Naxos. Da sempre alla ricerca di cimeli e pezzi rari (specie quelli riguardanti il mondo del teatro e dello spettacolo in genere), Vadalà ebbe ad acquistare il pittoresco pannello nel 1981, pochi mesi prima che Strano morisse, per l’allora ragguardevole cifra di duecentocinquantamila lire; il cantore popolare, infatti, sentendo approssimarsi la fine dei suoi giorni aveva deciso di vendere parte di quei suoi preziosi strumenti di lavoro, che era solito commissionare al bravo pittore messinese Vincenzo Astuto. Angelo Savoca, non appena raccolta tale confidenza dal fraterno amico Vadalà, ha immediatamente messo al corrente del “ritrovamento” Luigi Di Pino, il quale si è generosamente offerto di far “rivivere” quel cartellone, di cui si erano perse le tracce, direttamente a Giardini Naxos.
Così, nella recente memorabile serata alla “Taverna” del Lungomare Tysandros, Di Pino, da profondo conoscitore dell’intero repertorio del mitico cantastorie ripostese, ha brillantemente raccontato, con la sua voce e la sua chitarra, la vicenda raffigurata nelle varie scene di quel cartellone, ossia il travagliato amore, finito in tragedia, tra Rita e Matteo (probabilmente uno dei tanti fatti di cronaca realmente accaduti e da cui Orazio Strano prendeva spunto per le sue esibizioni, quasi anticipando quello che sarebbe poi stato il ruolo dei giornalisti e dei conduttori televisivi).
Al breve, ma apprezzatissimo, “cameo” offerto da Luigi Di Pino, ha fatto seguito una piacevole conversazione tra quest’ultimo ed il pubblico presente, nel corso della quale l’artista ha accennato ai suoi ricordi personali su Orazio Strano ed al fascino immortale che ancora oggi esercita sulla gente l’antico mestiere del “cantastorie”. Ed è stato inevitabile che nella memoria dei più attempati riaffiorassero aneddoti ed “amarcord” personali su quel compianto artista di strada, che capitava di incontrare ed applaudire negli angoli più remoti della Sicilia, dove si procurava umilmente da vivere con le sue rime musicate, senza minimamente poter immaginare che un giorno il suo nome sarebbe stato iscritto negli annali della storia della musica popolare.
Rodolfo Amodeo
FOTO: da sinistra Nino Vadalà, il cultore di tradizioni popolari Saro Bellinghieri, Angelo Savoca e Luigi Di Pino (anche in primo piano durante la sua esibizione al “Fotoclub Naxos” e con alle spalle il cartellone di “Rita e Matteo”)