Ci sono simboli che tracciano, più del gesto, più dell’azione, il significato indelebile dell’accaduto. La testa mozzata del capretto è un segno, anzi un simbolo, diciamolo senza girarci attorno, storicamente di matrice mafiosa, e trovarsi una testa mozzata di un capretto con un proiettile conficcato davanti casa assume un significato ancora più inquietante quando ciò accade, praticamente, il venerdì santo.
E quella testa mozzata di capretto lascia una invisibile scia rossa che si materializza con una bomba carta (probabilmente “piazzata” dagli stessi soggetti che avevano poco prima collocato la macraba testa davanti all’abitazione dell’on. Nicola D’Agostino), che ha danneggiato l’automobile, posteggiata per strada, della moglie di Roberto Barbagallo, sindaco di Acireale, al quale, nemmeno due mesi fa, avevano bruciato la propria automobile.
Purtroppo il primo attentato subito dal sindaco di Acireale, da più parti, per miopia politica o per palese deficienza, è stato “snobbato” come se si fosse trattato, addirittura, di autocombustione.
L’attacco a tenaglia consumato nelle prime ore di venerdì, contro il sindaco e il suo amico deputato regionale, al di là dell’accaduto prettamente materiale, nel suo connotato esclusivamente legato alla simbologia,è un’offesa nei confronti di tutta Acireale, di questa città che non può essere ridotta in una sorta di “far west” dello Jonio.
Ci sono simboli che tracciano, più del gesto, più dell’azione, il significato indelebile dell’accaduto e i simboli di queste ore impongono agli acesi, non di essere degli eroi, ma di essere cittadini, al di là dell’appartenenza politica perché… Perché nulla accade per caso.
Orazio Vasta