Tanti auguri al cantiere del pozzo San Paolo, che in questi giorni compie 7 mesi. Non c’è torta, né festoni: solo transenne, disagi e un getto d’acqua potabile che da mesi scorre indisturbato come una fontana liberty nel cuore della frazione di Macchia. Se fosse un’opera d’arte contemporanea, la chiameremmo “Flusso Inarrestabile della Buona Volontà”. Ma qui, più che arte, c’è l’amara realtà dell’inerzia amministrativa.
Tutto iniziò nel 2024, quando una perdita d’acqua cominciò a trasformare via San Paolo in un torrentello. Lì per lì, si pensò a un rapido intervento. Qualcuno sognò addirittura una sistemazione definitiva. E invece no. I mesi passano, i cantieri restano. Sulla scena, sempre gli stessi attori: le transenne sbiadite, l’asfalto martoriato e l’acqua che scorre come se nulla fosse infiltrandosi nel terreno.
Nel frattempo, gli automobilisti giarresi continuano la loro personale odissea tra deviazioni improvvisate, rallentamenti e sospiri esasperati. E ogni volta che si passa di lì, c’è sempre la stessa domanda: “Ma è ancora così?”.
La risposta è sì. È sempre così. E forse lo sarà ancora per un po’. Perché qui, più che di pozzi, sembra si parli di buchi neri: inghiottono tempo, risorse, e pazienza dei cittadini.
E il paradosso più grottesco? Che l’acqua potabile – preziosissima in tempi di crisi idrica – continua a disperdersi sotto gli occhi di tutti. In una terra dove l’estate porta sempre con sé la minaccia delle autobotti, vedere litri e litri sparire nell’asfalto è una beffa.
Ma a chi chiedere conto? Le risposte istituzionali restano vaghe, come certi cartelli “Lavori in corso” che, nel tempo, hanno perso anche la data d’inizio. Quanto alla data di fine… beh, quella resta avvolta nel mistero.
Quindi auguri, caro cantiere. Hai resistito a piogge, lamentele, proteste e indifferenza. Non tutti riescono a sopravvivere tutti questi mesi in queste condizione. Tu sì. E questo, a modo tuo, è un traguardo. Pungente. Come le domande che ancora nessuno ha avuto il coraggio di fare davvero.
Nel frattempo però la pazienza dei cittadini continua a colare a picco. Un po’ come l’asfalto.