I due Comuni si contendono da sempre il quartiere Chianchitta, che però sembra essere più “amato” dagli amministratori naxioti, i quali nei giorni scorsi hanno provveduto a far asfaltare il tratto di loro competenza della dissestatissima arteria che attraversa il popoloso rione. La Città del Centauro, invece, ha mandato a dire di non avere i soldi per poter effettuare lo stesso intervento nel centinaio di metri ricadenti nel proprio territorio
Giardini Est-Taormina Ovest? Taormina Est-Giardini Ovest? Non si sa. Sta di fatto che, quasi trent’anni fa, si è riusciti ad abbattere il Muro di Berlino, mentre a tutt’oggi non si riesce ancora ad abbattere lo “steccato” di contrada Chianchitta, ricadente per una parte nel territorio taorminese e per un’altra in quello naxiota.
Trattasi di un nucleo urbano ad alta densità abitativa ed attraversato da un transitatissimo asse viario (di collegamento tra le province di Messina e Catania) il cui manto stradale versa da tempo immemorabile in condizioni oltremodo precarie (con buche simili a crateri che mettono a dura prova le sospensioni e le ruote degli autoveicoli, causando a volte anche spiacevoli incidenti).
Ebbene: dopo un’attesa durata venticinque anni, nei giorni scorsi il sindaco uscente di Giardini Naxos, Nello Lo Turco, è finalmente riuscito a far asfaltare, grazie ad un finanziamento elargito dagli enti superiori, il tratto di strada di competenza della municipalità da lui guidata, mentre nessun intervento è stato ancora posto in essere nella parte ricadente nel territorio di Taormina.
Dal canto loro, gli amministratori comunali della capitale siciliana del turismo avrebbero giustificato tale mancato intervento con i soliti “problemi economici”.
«Com’è possibile – ha polemicamente commentato qualche abitante del rione “conteso” – che la blasonata “perla” del turismo siciliano, con i suoi grandi eventi e con i suoi tanti alberghi a cinque stelle, che fanno pagare cinque euro a persona per la tassa di soggiorno (facendo introitare alle casse comunali oltre seicentomila euro l’anno), non trova i fondi per partecipare alle spese di sistemazione della ex strada nazionale di contrada Chianchitta, dove risiedono, fra l’altro, molti taorminesi?!… Oggi, dunque, ci ritroviamo con una strada asfaltata all’ottanta per cento, visto che il Comune di Taormina dichiara di non essere in grado di poter far fronte ai costi degli ultimi cento metri…».
Nel popoloso quartiere Chianchitta, insomma, si è in presenza di una sorta di “terra di nessuno”, visto che ogni qualvolta tale area urbana necessita di un qualche lavoro pubblico, bisogna che si mettano d’accordo due municipalità.
In realtà, sarebbe più logico che Chianchitta appartenesse in tutto e per tutto al Comune di Giardini Naxos, mentre invece si trova a dover fare i conti con due diversi enti territoriali solo per quel centinaio di metri contigui alla frazione taorminese di Trappitello, che da Taormina, peraltro, è a sua volta abbastanza distante.
Nel comprensorio jonico-taorminese, comunque, non è questo il solo caso di competenza territoriale anomala perché, magari, risalente all’età medievale, quando i luoghi avevano tutt’altra conformazione e certi agglomerati urbani non esistevano ancora in quanto formatisi ed antropizzatisi nei secoli successivi.
Addentrandosi nella Valle dell’Alcantara, ad esempio, il Comune etneo di Castiglione di Sicilia si ritrova con delle frazioni (in particolare Gravà e Mitogio) da esso parecchio lontane e che, invece, sono pressoché attaccate ai centri abitati di Francavilla e Gaggi, ricadenti nella provincia di Messina.
E la stessa configurazione geografica delle due province risulta ormai anacronistica in quanto dettata dall’ubicazione dei vari Comuni rispetto al corso del fiume Alcantara (quelli insistenti sulla sponda destra rientrano nella provincia di Catania, mentre quelli della sponda sinistra nella provincia di Messina), come se, in pieno Terzo Millennio, fossero ancora i fiumi a separare le genti.
Proprio in questi mesi si sta assistendo al tentativo di ridisegnare più razionalmente la configurazione politico-territoriale della Sicilia sostituendo le vecchie province con dei più omogenei Liberi Consorzi di Comuni. Ma la solita filosofia gattopardesca del “tutto cambia affinché non cambi nulla” sta affossando questa effettivamente interessante riforma, vuoi per gli sterili e sciocchi campanilismi degli amministratori locali, che per il proprio Comune pretendono il ruolo di “capoluogo”, vuoi per la paura dei politici di più alto rango di doversi confrontare con nuove circoscrizioni elettorali e, di conseguenza, con realtà territoriali a loro sino ad oggi sconosciute.
Rodolfo Amodeo
FOTO: il tratto del rione Chianchitta con la “linea di confine” tra il territorio di Taormina e quello di Giardini Naxos, evidenziato proprio dal punto d’incontro tra il vecchio asfalto lasciato dalla municipalità taorminese e quello nuovo recentemente ripristinato dall’Amministrazione Comunale giardinese