Il nuovo Museo, che offre al pubblico un’originale ed eterogenea collezione di antichi e pregiati Pupi siciliani, fa parte del circuito dei musei dell’Identità Storica Etnea, un progetto realizzato dal Distretto Taormina Etna con i fondi dell’Unione Europea. La rete museale comprende altre strutture che saranno inaugurate nei prossimi giorni a Linguaglossa, Bronte e Maletto. Circa la definizione di “Museo”, il puparo Venerando Gargano si mostra critico.
Come nelle aspettative, l’inaugurazione del museo dell’Opera dei Pupi svoltasi nei locali dell’ex Macello comunale, sabato 16 maggio, ha richiamato il pubblico delle grandi occasioni, tra cui “opranti”, studiosi e cultori provenienti da ogni dove. Alla manifestazione erano presenti numerose autorità, il sindaco Michele Mangione con la Giunta municipale, il presidente del Consiglio comunale, Antonino Grillo, con una rappresentanza di consiglieri comunali, tanto di maggioranza quanto di opposizione, i comandanti, rispettivamente, della Compagnia Carabinieri Randazzo, della Stazione carabinieri Randazzo, della Polizia Municipale e un rappresentante del Distaccamento Forestale di Randazzo. Tra gli ospiti c’erano pure gli ex sindaci Salvatore Agati ed Ernesto Del Campo, il presidente del Parco dell’Etna, Marisa Mazzaglia, e alcuni Primi cittadini delle località viciniori. Numerosi telegrammi di augurio sono giunti al sindaco di Randazzo da parte di numerose autorità istituzionali.
Non c’è stato il consueto taglio del nastro, né la tradizionale benedizione. Il nuovo Museo, invece, è stato aperto al pubblico con la classica formula pronunciata dalla minisindaco di Randazzo, Alice Giardina, alla fine degli interventi programmati.
La manifestazione si è aperta con i saluti e il discorso inaugurale del sindaco Michele Mangione. Egli ha esordito ringraziando i predecessori, Agati e Del Campo e l’ex vicesindaco Grazia Emmanuele, oggi consigliere comunale di maggioranza. “Vorrei ricordare – afferma – che senza la collezione di Pupi non vi sarebbe stato il Museo. Quindi mi sembra doveroso ringraziare il professor Agati per aver colto prontamente la fortuita e fortunata occasione, come raccontato dallo stesso sulle pagine di questa testata, e in seguito per aver integrato la collezione con il resto dei pupi tramite il caparbio lavoro della dottoressa Grazia Emmanuele, allora assessore al ramo. Il Museo dell’Opera dei Pupi – continua Mangione – è il frutto di un progetto finanziato dal Distretto turistico Taormina Etna in sinergia con l’amministrazione Del Campo. Nonostante i forti dubbi iniziali, ho inteso continuare l’opera ereditata perché strada facendo mi sono convinto della sua bontà. In questa location, per una maggiore fruibilità, rispetto a quanto accade oggi nell’attuale sede del Castello ex Carcere, avrei visto meglio l’esposizione dei reperti della collezione archeologica “Paolo Vagliasindi”. Devo però affermare – continua il sindaco – che man mano i lavori avanzavano si alleggerivano pure le mie preoccupazioni, fino a fugarle del tutto a progetto ultimato Mi piace però ricordare l’altrettanto suggestiva soluzione espositiva realizzata allora dall’Architetto Luigi Longhitano all’interno dei locali seminterrati del Castello. Anche allora, ricordo, l’impatto visivo generò qualche polemica. Adesso vi è una lettura più attuale degli ambienti espositivi che si prestano a ospitare anche eventi di varia natura. Ecco perché si sta pensando di renderli continuamente “vivi” attraverso iniziative che abbiamo già in programma. Certo, avere dato seguito al progetto significa aver avuto, in tutte le fasi di realizzazione, una continua interlocuzione con il Distretto Taormina Etna con cui si è lavorato in ottima sinergia”.
A seguire ha parlato Salvatore Spartà, amministratore delegato del Distretto Taormina Etna. “L’obiettivo del progetto – ci dice – è quello di fare in modo che il visitatore si soffermi nel nostro territorio, evitando il “mordi e fuggi” che purtroppo caratterizza il turismo locale, nonostante le bellezze naturali, l’arte, la cultura e la natura proprie di questa zona. Il progetto “I musei dell’identità storica etnea” rappresenta certamente un modo più che concreto di incoraggiare il turista a rimanere più a lungo possibile nelle città interessate dal progetto (Bronte, Linguaglossa, Maletto, Randazzo). Il Museo dell’Opera dei Pupi, appena inaugurato, oltre ad aiutare il turismo, impreziosisce la città di un altro sito. Prossimamente – conclude Spartà – ai visitatori sarà offerta la possibilità di fruire lo spazio museale attraverso servizi multifunzionali con tecnologia wi-fi e tramite applicazioni per smartphone”.
Di pupi, pupari, cartelloni e di tutto ciò che gravita attorno al variegato mondo in via di estinzione dell’Opera dei Pupi, ha parlato, invece, Aurelio Rigoli, antropologo e professore emerito dell’Ateneo di Palermo, personalità di spessore nel campo dell’etnostoria e autore di un’importante opera sui Pupi Siciliani. Lo studioso, nel suo lungo e applaudito intervento, ha tracciato un quadro completo dei valori culturali e simbolici dell’Opera dei Pupi, che oggi esprime un patrimonio regionalistico di antico retaggio, ma di grande valore storico e antropologico, tant’è che l’Unesco l’ha iscritta tra i “Patrimoni Orali e Immateriali dell’Umanità”.
Rosaria Gargano, in rappresentanza della sua famiglia di “Opranti”, ha raccontato con la veemenza della passione, “il mestiere del “Puparo” che – a suo dire – non è soltanto un lavoro ma soprattutto una filosofia di vita. Nel suo intervento ella ha fatto cenno pure alle difficoltà economiche che le pochissime compagnie ancora in vita affrontano quotidianamente per continuare a narrare un pezzo di Sicilia che scompare inesorabilmente, giorno dopo giorno”.
Alla serata inaugurale c’erano, insieme ai genitori, numerosi bambini e ragazzi curiosi di seguire la messa in scena dell’Opera dei Pupi “Scontro tra Perseo e Medusa”. Lo spettacolo, curato dall’associazione culturale “Opera dei Pupi Messinesi in memoria di R. Garagano”, si è tenuto dopo un brindisi nel cortile esterno dell’ex Macello con l’antico selciato di pietra lavica, ai piedi delle mura di cinta medievali.
Il museo dell’Opera dei Pupi di Randazzo si sviluppa in un percorso espositivo articolato in più ambienti: l’ingresso con la reception e a seguire, da un lato, la sala versatile in cui si terranno conferenze, mostre ed esposizioni temporanee; dall’altro lato un punto informativo per la promozione turistica. Il cuore del Museo, di forte impatto visivo, invece, è concentrato in un unico ambiente espositivo che accoglie trentasette pregiati Pupi siciliani dell’ex collezione Ninì Calabrese. Pannelli esplicativi e scritte didascaliche accompagnano i visitatori tra i maestosi Pupi siciliani realizzati nel periodo della Grande Guerra con materiali artigianali e armature in metallo sapientemente lavorato a mano, secondo un canone prestabilito, quello catanese.
Se in tanti oggi celebrano il neo Museo dell’Opera dei Pupi di Randazzo, un operatore del settore, Venerando Gargano, ne ridimensiona gli elogi. “L’insieme, così com’è stato realizzato – ci dice il Puparo messinese in un’intervista che sarà pubblicata dal nostro giornale nei prossimi giorni – non può definirsi un vero e proprio Museo dell’Opera dei Pupi”. Tuttavia, la pregevolezza dei Pupi che ivi si conservano, potrebbe essere il punto di partenza per un incremento di altre raccolte che si vorranno acquisire”.
Finalmente – dichiara entusiasta Gianluca Lanza, vicesindaco con delega al turismo – dopo una lunga e travagliata ristrutturazione dei locali dell’ex Macello, la nostra collezione di Pupi siciliani, tra le più importanti di Sicilia, torna fruibile. Attraverso il nuovo e moderno Museo dell’Opera dei Pupi punteremo tantissimo per il rilancio turistico ed economico della nostra città. Abbiamo colto la circostanza dell’inaugurazione per riprogettare i ticket d’ingresso ai Musei civici che avranno anche la funzione di biglietti da visita del nostro sistema museale. Ciò è stato possibile grazie alla generosità di due sponsor locali che ringrazio personalmente. Per quanto riguarda il futuro, già dal prossimo mese di giugno, ospiteremo nell’apposita sala un evento importante. Sarà inaugurata la mostra dei dipinti della collezione Augusto Daolio, che fu anche un affermato cantante e leader storico dei Nomadi. Il mio ringraziamento va alle numerose persone che in ogni tempo hanno reso possibile tutto ciò che oggi abbiamo consegnato alla pubblica fruizione. La mia speranza è che il nuovo Museo sia incrementato e diventi fin da subito una meta preferita dai turisti”.
“Mi piace pensare che il Museo dell’Opera dei Pupi – conclude il sindaco Mangione – non sia soltanto di Randazzo, ma dell’intero territorio di questo meraviglioso versante dell’Etna. Sui tre Musei civici ho in mente diversi progetti che prevedano un ammodernamento, soprattutto nel concetto espositivo, integrato da moderni strumenti che aiutino a potenziarne lo studio e la fruizione. Certamente, c’è da riconsiderare anche i luoghi che ospitano le varie collezioni. C’è da fare uno sforzo non indifferente per riuscire a individuare le fonti di finanziamento, impensabile il ricorso a fondi del bilancio comunale ormai al collasso. Penso soprattutto a quelli europei. Le idee sono tante e tanta è la volontà, sono sicuro che sapremo metterle a frutto con la collaborazione di tutti, perché se ciò accadesse a goderne i benefici non sarà il Sindaco protempore ma la città intera”.
In occasione dell’inaugurazione, l’ingresso al Museo dell’Opera dei Pupi sarà gratuito per tutto il mese di maggio.
Gaetano Scarpignato