Quattro cortometraggi in salsa giarrese -
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Quattro cortometraggi in salsa giarrese

Quattro cortometraggi in salsa giarrese

Cinema e musica serviti in salsa giarrese. Nella suggestiva cornice dell’ex piazza Marino, ribattezzata piazza “De Andrè” a fronte degli interventi di riqualificazione di cui lo storico “Camposanto vecchio” è stato oggetto, ha avuto luogo la prima edizione della rassegna “Quattro corti e un pianoforte”, promossa dall’assessore alle pari opportunità Piera Bonaccorsi.

Un folto pubblico ha assistito ad una serata che oltre a soddisfare i più sopraffini palati dei cinefili del territorio, ha messo in vetrina, oltre a registi di grande sensibilità come Mario Cosentino e Paolo Conti, anche talenti giarresi come Salvo Piro e Bruno Torrisi, impostisi nel macrocosmo recitativo nazionale.

La valorizzazione delle doti interpretative di un noto cultore dell’arte recitativa come Melo Ingegnosi, insieme alla celebrazione dei musicisti giarresi Gabriele Denaro e Giovanni Scandurra, ha poi rappresentato un altro tassello in linea con la finalità dell’assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Giarre di promuovere la vocazione artistica made in Jonia.

Il messaggio veicolato dalla manifestazione svoltasi nel cuore storico di Giarre e presentata dall’attrice Liliana Biglio, è stato il seguente: il cinema, ed in particolar modo quella sua branca chiamata “cortometraggio”, assurgono ancora a parabola della vita. Condensare una trama in pochi minuti di pellicola significa infatti porre l’accento sulla sacralità degli insegnamenti che una storia può sciorinare attraverso la formula dell’arte recitativa.

Relativamente a ciò, l’obiettivo che i due registi Mario Cosentino e Paolo Conti si sono prefissati, è stato pienamente raggiunto. Non a caso, il critico cinematografico Sebastiano Gesù, invitato a esprimere il suo parere sull’operato di entrambi i registi, ha elogiato la loro professionalità. Il regista Paolo Conti ha replicato alle domande di Sebastiano Gesù asserendo che egli effettivamente predilige i primi piani ed i piani totali. Inoltre Conti ha specificato che oltre ad esprimere sempre la sua propensione a mettere in evidenza paesaggi, persone e oggetti, egli espliciti puntualmente attraverso la pellicola la sua volontà di andare oltre ciò che si vede. Penetrare gli sguardi e dunque andare oltre l’obiettivo, è una sua prerogativa.

A proposito di questo, Conti ha chiarito che gli sguardi tra gli attori spesso sono concepiti affinchè lo spettatore comprenda quanto sia necessario guardare oltre. Dunque per Conti, gli occhi rappresentano una inequivocabile porta di accesso all’anima. Sul regista Mario Cosentino, Gesù si è espresso asserendo che il suo cinema è meno pretenzioso. Gesù ha poi dedicato a Cosentino una nota di merito evidenziando che il regista ha iniziato con i suoi alunni a fare cinema.

I corti proiettati sullo schermo di Piazza De Andrè e da lui realizzati, ovvero “Capolinea” e “Il prestigiatore” (risalenti rispettivamente al 2004 e al 2006), hanno poi messo in luce la tendenza di Cosentino sia all’autobiografia che all’assimilazione di fatti esterni a lui. Il regista Conti invece, con le sue argomentazioni, ha indugiato sulla sua vocazione a trasmettere il concetto secondo cui gli insegnamenti dei propri avi rappresentino un tesoro da custodire e da dispensare alle future generazioni. In particolare, il suo cortometraggio “Ascoltando il mare”, sottolinea la necessità che il bambino comprenda quanto sia formativo coniugare le proprie aspirazioni alla cura del percorso scolastico.

Eseguendo i loro brani di punta invece, i pianisti Gabriele Denaro e Giovanni Scandurra, i quali hanno musicato i cortometraggi illustrati, hanno impreziosito una serata arricchita dalla mostra fotografica dedicata alle più emozionanti sequenze dei cortometraggi. Il cortometraggio “Capolinea”, musicato da Giovanni Scandurra, racconta di una prostituta, interpretata dalla catanese Donatella Finocchiaro, di una maestra, e di due signori interpretati da Bruno Torrisi e Salvo Piro. Essi sono già morti e salendo a bordo di un autobus, rivisitano nella propria mente le loro burrascose vite. Nel cortometraggio, Cosentino ha condensato ciò che a lui è sconosciuto, come per esempio la figura del padre, che egli non ha vissuto. La trama narra di un giovane tormentato da un padre soffocante, di una prostituta maltrattata dal suo pappone, di una maestra amareggiata per via del comportamento del marito, e di un uomo dedito all’alcolismo per via del tradimento da parte della moglie.

Il cortometraggio “Ascoltando il mare”, realizzato dal regista Paolo Conti e musicato da Alessandro Giurato, ha invece esaltato la figura di un bambino il quale ha appreso dal nonno l’arte della pesca, imparando che quest’attività raggiunge il suo culmine quando si sostanzia in un intenso legame tra la barca, il pescatore e il mare. Una volta diventato insegnante, l’ex bambino, ormai adulto, illustrerà ai suoi alunni un libro contenente i segreti della pesca, spiegando che la sete di conoscenza deve necessariamente supportare la tensione emotiva che induce ognuno ad apprendere un mestiere.

Il cortometraggio “Il prestigiatore”, musicato da Giovanni Scandurra e realizzato dal regista Mario Cosentino, ha invece trattato il tema dell’amicizia, della mancanza di lavoro in Sicilia e del cambiamento. Narra di un uomo di nome Santo al quale quattro anni addietro un amico aveva promesso di essere al suo fianco per il suo matrimonio, in qualità di testimone. Tuttavia il suo amico era sparito da quattro anni. E mentre Santo aveva mantenuto la propria promessa assicurandosi un terreno e producendo un vino tutto suo, lo scetticismo sul ritorno del suo amico regna sovrano sia nel suo animo che in quello degli amici. Alla fine, l’amico tornerà in occasione del matrimonio di Santo ma travestito da donna. Nella trama, Cosentino ha intrecciato due fatti reali: uno che narra di un uomo allontanatosi per un lungo tempo dalla sua terra per motivi di mafia e poi rientrato, e un altro che racconta di un uomo sparito per diversi anni per poter vivere liberamente la sua sessualità.

Nel quarto cortometraggio intitolato “Fino all’ultimo piano” e interpretato da Melo Ingegnosi, Bruno Torrisi, Liliana Biglio, Tiziana Giletto e Vitalba Andrea, il regista Paolo Conti, attingendo alla sceneggiatura di Melania La Colla, illustra il dramma dell’età senile. Il cortometraggio narra infatti di un uomo anziano (attore Melo Ingegnosi) che, oltre a pensare incessantemente alla moglie defunta, vive con tribolazione il senso di indifferenza che l’ambiente circostante gli riserva. Egli capisce allora che l’unico modo per riuscire a parlare con le persone senza che esse lo evitino è salire sull’ascensore. Non per un caso molta gente è affetta dalla sindrome dell’ascensore, poiché sa che sull’ascensore il rischio di essere costretti a mettere a nudo il proprio io è elevato, non essendoci possibilità di fuga. Il cortometraggio si concluderà con la morte del protagonista. In riferimento a ciò, uno dei brani letti durante la serata ha evidenziato il dramma della solitudine, letto come male di una società incapace di fermarsi ad ascoltare la voce di chi è un essere umano come gli altri.

La serata è stata dedicata anche alla presentazione orale del book-trailer “Sono nato al sud”, frutto della sinergia tra Melania La Colla ed il regista Francesco Maria Attardi. Soddisfatta l’assessore Bonaccorsi “Spero che questa primo festival del cortometraggio possa inaugurare una lunga sequela di edizioni volte a valorizzare il cinema siciliano interpretato da talenti locali”.Entusiasta anche il regista Mario Cosentino, per ben tre volte unico concorrente giarrese e della provincia di Catania al Taormina Filmfest.Una nota di merito durante la serata è stata tributata pure agli interpreti Rosario Minardi, Alice Ferlito, Santo Santonocito e Domenico Gennaro.

Umberto Trovato

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